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Differenziata, tutto questo si potrebbe fare anche nel Carcere di Orvieto

venerdì 16 maggio 2025
di Giancarlo Imbastoni

Questa settimana trattiamo il tema rifiuti agganciato all'inclusione sociale: una corposa iniziativa nei numeri, e significativa nei contenuti è attiva nel Carcere di Spoleto, protagonisti i detenuti, Valle Umbra Servizi (gestore della raccolta), e Bioenerys (gruppo Snam). Il progetto avviato due mesi fa prevede il potenziamento della raccolta differenziata all'interno dell'Istituto di pena, riguardo sopratutto la frazione organica, con la fornitura di 100.000 sacchetti in carta, a norma per la raccolta dell'umido, 500 contenitori sottolavello per l'organico, 170 contenitori di raccolta divisi in kit base per raccolta differenziata nei reparti, cassoni scarrabili per verde e imballaggi; postazioni per pile e Raae.

La raccolta effettuata dal Gestore V.U.S., prevede anche due borse lavoro di 12 mesi per due detenuti che sotto la supervisione V.U.S. Si occupano di movimentare i rifiuti dai reparti ai punti di raccolta, nonché della gestione e pulizia delle attrezzature. Il progetto ha coinvolto anche cento detenuti che in tre appuntamenti sono stati informati da tecnici della V.U.S. sui vari aspetti del ciclo. I risultati sono molto incoraggianti: l'organico raccolto è di 4kg/ detenuto a settimana che è il doppio di quello che si raccoglie in media all'esterno, molto incoraggianti anche la raccolta differenziata per le altre frazioni, che ha portato finora ad un abbattimento del76% della parte indifferenziata.

La frazione umida viene poi consegnata all'impianto di Bioenerys Ambiente (Casone, Foligno) da cui viene estratto biometano che viene reimmesso nella rete locale di distribuzione, e prodotto il compost di qualità utilizzato nella florovivaistica e in agricoltura.

Tutto questo si potrebbe fare anche ad Orvieto. C'è il Carcere, c'è l'impianto di biometano (Le Crete di Orvietoambiente), Gestore (Cosp/Asm). Il numero della platea coinvolta tra detenuti e personale,non avendo dati certi la stimo sulle 250 persone, circa un terzo di quella di Spoleto, numeri comunque sufficienti per fare iniziative.

Come anche è facile verificare la possibilità di ampliare all'esterno dell'Istituto il coinvolgimento di detenuti nel ciclo di raccolta. Compito delle Istituzioni Comunali è mettere insieme i soggetti. Il clima pessimo che vige nel palazzo è micidiale se respirato per altri 4 anni, visto come si sono ridotti gli spazi di tolleranza ed il confronto scivola sempre di più sul personale.

La storia insegna che alla lunga non ci sono vincitori, ma solo una pletora di stressati, di esauriti. E ne fa le spese la città sempre più lontana dai battibecchi di palazzo, sempre più allarmata dai ritardi che si accumulano. Vanno registrati i freni. E' una buona occasione per lavorare insieme maggioranza ed opposizione ad un fine ad alto valore sociale, è una buona occasione per ricordarsi di quel pezzo di Città che viene dimenticata, resettata, dalla memoria collettiva, di noi che ci passiamo davanti tutti i giorni, ma che invece è parte, sostanzialmente parte, della nostra Società, e come tale degna di una costante attenzione.

Le conclusioni di questo breve articolo le lascio alla dottoressa Bernardina Di Mario, firettrice della Casa di Reclusione di Spoleto: "Siamo di fronte ad un progetto che va oltre la corretta gestione dei rifiuti, è una azione di civiltà e responsabilità, la raccolta differenziata è diventata un'occasione concreta di dignità e reinserimento per chi vive una condizione di detenzione".

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