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Per un nuovo Piano regionale dei rifiuti

venerdì 29 novembre 2024
di Giancarlo Imbastoni

Il Piano regionale Tesei dei rifiuti  è franato  da solo con la sentenza 673/24 del Tar dell'Umbria. Essendo il Piano centrato sulla chiusura  del ciclo tramite termovalorizzazione  su un solo impianto  da 160.000 ton/anno in decrescita, quello riautorizzato dal Tar su progetto  A2A ne prevede altri 420.000 ton/anno,e questo fa saltare qualsiasi  pianificazione.

Il Piano Regionale Tesei è  morto quando Auri ha chiesto  in sede di manifestazione di interesse, che i proponenti si presentassero con la scelta del sito e un qualche titolo  di possesso  sul terreno, senza nulla a pretendere in caso di bocciatura. 

Il Piano Tesei ha prestato il fianco al ricorso di A2A  quando in sede di VAS ha semplicemente  opposto  che un inceneritore   bastava e già era previsto:il loro,nonostante esistesse  una sentenza avversa del Tar Sicilia.

Al contrario  la sentenza  del Tar Umbria  in breve sancisce che la gestione  degli impianti  di trattamento  mediante  recupero  energetico  dei rifiuti, oltre al gestore scelto dal Piano,possono operare  anche ALTRI soggetti privati  in regime di libera concorrenza.      

Che implicitamente  significa importazione da fuori regione di molti altri rifiuti.Tant'è  che il Vicesindaco di Terni Corridore, in una intervista a Ternitoday del 6 scorso, candida la sua città per un 3° impianto (ovviamente sicuro).

Se il Piano regionale  si è suicidato è  grazie ai suoi stessi proponenti, a cui la sentenza del Tribunale  ha dato una scappatoia per lenire la loro inadeguatezza a programmare. Amanti di Orvieto  e dell'Umbria!

Le elezioni  sono finite, riponete gli arnesi e rettificate i comunicati, perché  il tema ora da scongiurare, è  come disinnescare  la "corsa all'oro" alla termovalorizzazione, prodotta dal vuoto normativo effetto  delle sentenze  sopra citate. Oppure, nelle dovute sedi istituzionali chiarire cosa significa  che il bosco non è  più un ostacolo all'ampliamento  della discarica, frase sentita  da Acea che più volte  mi è  tornata alla mente.

Concludo misurando  la distanza tra dire e fare dell'Amministrazione Comunale, registrando l'ennesimo  depotenziamento dell'ufficio ambiente  comunale: uno dei due tecnici istruttori ha vinto una progressione verticale in altro incarico ed il responsabile storico del servizio è  praticamente  in pensione. Che significa tutto questo?


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