opinioni

"E se la matrigna fosse Terni e non Perugia?"

mercoledì 4 gennaio 2023
di Maurizio Conticelli, socio degli Amici della Terra Onlus

Orvieto e l’Orvietano appaiono in netta difficoltà nello scenario regionale da circa un paio di decenni, subendo scelte che ne penalizzano lo sviluppo. Oggi mi chiedo se esista una matrigna nei confronti del nostro territorio, e se questa debba essere indicata in Terni piuttosto che a Perugia.

Vedi così la sanità con il polo ospedaliero di Terni e quello costruendo di Narni-Amelia rispetto al nostro nosocomio in completa emergenza (altro che ospedale di emergenza-urgenza!), vedi il polo universitario che cresce a Terni-Narni mentre è stato chiuso quello di Orvieto, vedi l’ampliamento della discarica delle Crete necessario per il diniego di Terni e Narni a bruciare i rifiuti nel loro inceneritore (ove bruciano roba molto più inquinante e proveniente da fuori regione) ed ora, cosa di minor rilievo ma emblematica delle mie perplessità, vado a scoprire che i canoni pagati dalle società che gestiscono le grandi derivazioni idroelettriche (sono tali quelle che, in caso di produzione di forza motrice, superano la potenza nominale media annua KW 3.000), vengono ripartiti con criteri che escludono Orvieto per il bacino di Corbara, Guardea per quello di Alviano e con ulteriori criteri basati sulla popolazione residente cosicché il riparto 2022 in favore dei comuni interessati (Baschi, Alviano, Narni, Terni e Cerreto di Spoleto), pari 1.600.000 € (importo che l’anno corrente potrebbe raddoppiare), prevede € 1.300.000 solo per il Comune di Terni.

Suvvia, non scherziamo e diamoci da fare per superare questa ingiustizia che viene da lontano, subito dopo il trasferimento delle competenze dalle Province alla Regione Umbria avvenuto nel 2015. Sono stato rassicurato dall’assessore al bilancio del Comune di Orvieto che in effetti l’argomento è all’ordine del giorno, anche perché nel frattempo è in discussione presso l’Assemblea legislativa il disegno di legge della giunta regionale sulla disciplina delle concessioni per le grandi derivazioni idroelettriche, su cui evidentemente sarà opportuno far valere le ragioni del buon senso prima ancora dei confronti dal sapore campanilistico.

Un ultimo pensiero riguarda poi la destinazione di questi preziosi fondi, che la normativa regionale esistente prevede di utilizzare per il decoro urbano, la viabilità, gli impianti sportivi, i grandi eventi, dimenticandosi clamorosamente degli aspetti di carattere ambientale, che invece sarebbero prioritari vista anche la presenza, tanto per rimanere nel comprensorio orvietano, del Parco Tevere, dell’Oasi di Alviano e dei siti archeologici di Pagliano e Scoppieto. Per tali motivi mi sono adoperato, all’interno degli Amici della Terra e coinvolgendo anche il Circolo culturale di Corbara, per favorire ogni iniziativa tesa a ripristinare un corretto equilibrio nella definizione dei criteri che riguardano sia l’individuazione dei comuni beneficiari, sia la ripartizione delle risorse.