"Dieci anni fa… Il mio ricordo dell'alluvione"

Da giorni pioveva con grande intensità, il sistema di protezione civile comunale di Orvieto aveva aperto la sala operativa della Caserma Piave dal pomeriggio dell’11 novembre, gli occhi incollati al computer per verificare i livelli del Paglia e Chiani, allora non avevamo i dati dei loro affluenti, ne’ i dati degli idrometri di del Lazio e della Toscana. Il Paglia cresce ma sembra come altre piene tutto nella norma.
Stabiliamo di rimanere in allerta anche la notte. Il turno capita a me, allora responsabile della protezione civile comunale e a Mario Gaddi. Controlliamo l’andamento della situazione, ma qualcosa non ci convince, non arriva il dato del livello Paglia da Proceno, il livello del Paglia ad Orvieto segna un costante 6,28, sono le 5 del mattino del 12 novembre, decidiamo di andare sul ponte dell’Adunata per verificare la situazione direttamente.
Mario rimane sul lato del ponte di Orvieto Scalo io mi avvio in direzione Ciconia. Ci rendiamo immediatamente conto che l’idrometro è a oltre 7 metri, limite che allora significava chiusura del transito. Mario mi chiama mi dice di tornare immediatamente dalla sua parte, il Paglia sta esondando dalla parte di Orvieto Scalo, all’altezza vivaio. Chiamiamo l’allora dirigente del Comune ing. Mario Mazzi, avvisiamo il Comandante della polizia locale Il colonnello Vinciotti, Mazzi avvisa Il Sindaco di Orvieto Toni Concina e i Vigili del Fuoco.
Non possiamo avvisare i cittadini, non avevamo il sistema di allertamento della popolazione Allert-Sistem, chiamiamo i nostri volontari, il responsabile della protezione civile della Provincia Gian Paolo Pollini. Il Paglia esonda dal sottopassaggio dei laghetti in piazza della Pace, il Parcheggione e l’area degli spettacoli viaggianti diventano un lago, Il Paglia esonda nella zona di via Monte Peglia, allaga la zona degli alberghi dello Scalo, la zona artigianale di Santa Letizia. Scuole chiuse, Ospedale Isolato, collegato da Orvieto Scalo con un elicottero dei Vigli del Fuoco, la loro caserma allagata, chiusa via Angelo Costanzi in direzione autostrada, la case popolari di via Stornelli allagate. Dalla Fortezza dell’Albornoz Orvieto Scalo sembra un lago.
Scatta la solidarietà con decine di volontari provenienti da tutta l’Umbria, studenti, cittadini orvietani lavorano fianco a fianco con la protezione civile, a don Marco Gasparri e i ragazzi della Charitas assegniamo l’area delle case popolari. Proviamo ad organizzarci, mandiamo dei volontari presso la caserma della Polizia Stradale anche essa allagata. I tecnici del comune iniziano a svolgere sopralluoghi coordinati dall’Ing. Sacco Roberto, gli uomini del Centro Servizi manutentivi con Domenico Bonasera si rendono immediatamente disponibili.
Si organizza presso la caserma Piave il punto avanzato dei Vigili del Fuoco, per giorni si lavora senza pausa, garantendo vitto e alloggio per tutti i volontari provenienti da altre Città della Regione. In Comune arriva la Presidente Marini, con Lei si fa il punto della situazione, si stabiliscono procedure e primi aiuti per i danni. Con la grande competenza dell’assessore Claudio Margottini si ricostruisce tutto lo scenario che ha determinato questa tragedia, fortunatamente senza vittime. La sua professionalità ha permesso di capire le reali responsabilità dell’accaduto e definire le prime necessarie opere di ripristino. Ma non è questo il tempo di polemiche.
Una nota personale: quando accade una grave calamità si cerca sempre un capro espiatorio, Claudio Margottini ha dimostrato che con i dati in nostro possesso non avremmo potuto fare di più, lo ringrazio, come ringrazio Toni Concina e Mario Mazzi per come hanno saputo difendere il sottoscritto e gli uomini e le donne della Protezione Civile dalle polemiche strumentali di quei giorni.

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