Risveglio

Tese corde i miei muscoli in questa alba
e nervi placati stanotte.
Un colibrì con la piccola cresta
fugge dal nido con il suo volo ondulato,
un alterno scendere e poi risalire
la scala del cielo appannato.
La luna non vuole lasciare ancora il cielo
sfumato di azzurro, ostia diafana,
e le colline grigie segnano il confine all'Oriente.
Il colibrì dalla piccola testa crestata lascia
il nido con le ondulazioni solo sue del volo.
Dalla finestra le prime voci di oggi e lei
dorme ancora scarmigliata sul rosa
delle lenzuola stropicciate.
Montecchio, Guardea, Amelia
e il mistero glorioso delle sue mura.
Stanno arrivando gli indiani sfuggiti dalla riserva.
Porta male guardare la luce di giorno
e tu dormi ancora, mio amuleto contro la mala sorte.
Anche stanotte non mi ha voluto.
Posso cercare la donna che amo.
Ricamo l'attesa immaginando il mio incontro
e lei, per me la più donna di tutte le donne di Orvieto.

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