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Mia amata Orvieto, ti guardo e mi viene da piangere...

sabato 23 aprile 2022
di Pasquale Di Paola

Due anni horribilis per Orvieto. Tutti abbiamo davanti agli occhi le scene devastanti prodotte dall'emergenza pandemica. Cittadinanza impaurita, economia in ginocchio, gente che è dovuta passare dal "vivere" al "sopravvivere". Particolarmente sfortunata tu, mia amata Orvieto. La "mala sorte" non solo ti ha portato in dono in questi due anni una pandemia inaspettata e devastante. Ma anche un'Amministrazione balbettante e dalle decisioni spesso incomprensibili ai più. Sorvolando sulle beghe interne che hanno portato a cambi al vertice al giudizio di molti scriteriate e senza alcuna utilità per la popolazione, su decisioni importanti si sono avute delle prese di posizione che lasciano come minimo interdetti.

Inconcepibile la realizzazione del progetto della Casa di Comunità nell'ex Ospedale di Piazza Duomo, con conseguenze nefaste per la tranquillità e la salute della popolazione del centro storico. Migliaia di auto in più che quotidianamente intaseranno la piazza antistante il Duomo e le vie limitrofe, trasformando uno dei luoghi più amati del centro storico in un caotico luogo schiavo di auto e scarichi di gas, con conseguenze molto pericolose anche per la qualità dell'aria circostante. Retrograda ed ipocrita la posizione assunta rispetto a fondati quesiti inerenti aspetti della Legge 194, posizione assolutamente poco rispettosa di dignità e autonomia delle donne.

Un atteggiamento assolutamente ambiguo e non deciso sul contrastare l'ampliamento della discarica che, a maggior ragione, faranno di Orvieto sempre di più la maxi-pattumiera d'Italia. Per non parlare del cosiddetto progetto della Complanare, un'inutile lingua di asfalto che va ad erodere quella parte di territorio che, nei decenni, ha fatto di Orvieto, nel campo dell'agricoltura a chilometro zero, una punta di diamante nel panorama nazionale. Noi cittadini del centro storico speravamo che, al giro di boa, a metà legislatura le cose cambiassero, e che migliorassero le aspettative per i prossimi anni.

Ma, spulciando tra il bilancio di previsione del prossimo triennio, le dolenti note aumentano. Un bilancio che prevede per il biennio 2022/2023 un "disavanzo di gestione", con previsioni in riferimento all’esercizio 2024 di un sostanziale aumento dell’indebitamento in bilancio. Bilancio che prevede zero euro d'investimento per energia e diversificazione delle fonti energetiche. Un bilancio di previsione che riduce di oltre la metà le risorse già esigue stanziate nel triennio precedente sul comparto Cultura e Turismo. Un bilancio che, a chiacchiere, parla di obiettivi strategici rilevanti per il sociale e per le famiglie, ma che nella realtà effettiva riduce fortemente i già esigui investimenti esistenti.

Un bilancio insufficiente ed assolutamente limitato e penalizzante per la popolazione che mette a nudo nitidamente l'incapacità di questa Amministrazione che, a metà del proprio mandato, ha già deluso e tradito molti dei suoi elettori e molte delle promesse fatte in campagna elettorale. Si prometteva urlando il no alle lista di attesa negli ospedali, il no all'ampliamento della discarica, che sarà ampliata, e campo della sanità in caduta libera per Orvieto, che ha perso anche il grosso vantaggio di essere un Distretto a vantaggio di una località limitrofa. 

Insomma, mia bella e amata Orvieto, al netto delle coloratissime e smaglianti comparsate su schermi e social dei nostri amministratori, ti guardo e mi viene da piangere per come sei messa e, soprattutto, per come sarai messa nei prossimi anni.

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