Hillmam

Che strano nascondiglio, le mie parole abitano
colloqui che tu disdegni, ma quella statua
ha movenze riconoscibili come tue, la testa
reclinata, le chiome disseminate di fili spighe
oro di campo, il seno velato da un abito
di cristallo. Non credere di guardare tu
gli alberi il cielo nuvole acerbe, sono loro
a guardare te e nel vento parlano tra loro
vestali custodi del fuoco di quelle pause
che sanno leggere nel tuo essere sensuale
antica Dea. Il colloquio della natura tu puoi
solo interrompere per un attimo foglia sempre
sconvolta dallo scorrere infuriato del tempo.
Che strano nascondiglio lo spiraglio
di luce, il bersaglio della freccia dorata, e tu
innamorata di ogni parola non detta.
Non maledire la mia storia e la tua,
aspetta che divengano leggenda.

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