A proposito di sanità nell'Orvietano

Cerchiamo di fare il punto sulla questione sanità del territorio orvietano. In qualche modo questi giorni si parla molto dell'Hospice che verrà creato all'interno dell'Ospedale di Orvieto, in realtà, se ci pensate bene, il problema del fine vita esiste da sempre e gli ospedali in qualche modo, hanno dato quando possibile, la disponibilità di un allungamento del ricovero protetto, almeno fino ad una soluzione alternativa.
Quante volte di fronte ad una dimissione di persone non più autosufficienti, ci siamo raccomandati per farli rimanere qualche periodo in più, in cerca di soluzioni alternative, quindi, non ci possiamo scandalizzare se viene deciso di realizzare cinque posti dedicati al "sollievo" un luogo dove risparmiando il dolore, si aiutano le persone a morire dignitosamente. Detto ciò, si può criticare la scelta degli spazi, che forse era meglio trovare sul territorio o magari in adiacenza alla struttura ospedaliera, visto che nelle immediate vivinanze a pochi metri dal presidio c'è un casale di proprietà Asl che potrebbe essere utile allo scopo.
Ma, se vogliamo mantenerci critici, potremmo facilmente ricordare che il vecchio ospedale doveva essere recuperato per potenziare, migliorandola, l'assistenza sul territorio, visto che di questo argomento si parla in tutti i piani sanitari nazionali e regionali. Basta pensare ai servizi ora sparpagliati, spesso in strutture non troppo adatte, di cui peraltro, si pagano costosi canoni di affitto, per capire che è ora di realizzare una sede pubblica dove: riabilitazione, servizi ambulatoriali, lungodegenza e, perché no, un ospizio e un hospice diano risposte ai bisogni di una popolazione che diventa sempre più anziana, per fortuna,ma soferente per la mancanza di aiuti.
Pensiamo per un attimo solo a quando il fenomeno ci riguarderà personalmente e non avremo le risorse necessarie per essere assistiti ne da badanti private, ne in strutture di ricovero. Insomma ragioniamo meglio sul da fare, anche perché, il rilancio dell' ospedale, potrebbe passare da un alleggerimento dei ricoveri impropri,consentendo un migliore uso degli spazi di degenza. Per quanto riguarda il pronto soccorso, invece, ci era sembrato di capire che il problema era legato alla carenza di personale e non degli accessi e o viabilità, ma evidentemente, come la "tela di Penelope", ormai ci dobbiamo abituare a veder disfare le cose già fatte.

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