Guerriglia

E incontrarci di nuovo, antichi amici, dopo una assenza che rende ancora
più importante il rivederci come reduci da una battaglia e assaporare una pace
che potrebbe essere una tregua lunga (abbiamo tempo, dobbiamo avere tempo
prima di tornare in guerra) e meraviglia di esserci ritrovati come eravamo prima,
lui preciso e meticoloso, io distratto senza essere evasivo. Lieto lui di dire
tante storie di secoli antichi, io felice di ritrovare il piacere di un ascolto
che aggiungeva le parole mie non dette alle sue pronunciate con sapienza
modesta. La stessa stanza piena di libri , sacri come tutti i libri cercati
nella folla di libri non compresi dagli altri. La stessa confidenza garbata,
piena di riguardi. Gli occhi sono forse cambiati, più scavati dalle rughe
del tempo, ma lo sguardo resta eguale nel fissarsi in volto senza bisogno
di volgere gli occhi altrove. Ricordo un giorno di inutile guerriglia
tra Via del Corso e Campo dei Fiori, io giocavo la fuga dai gas
dei guerrieri nemici che strappavano pianto e rancore, lui usciva
dal tempio intatto di una sacra una libreria. Un incontro improvviso tra me,
eroe sconfitto, e lui che rimaneva sorpreso di vedere tanta nebbia
a Roma. Gli assurdi misteri nel piacere di sentirli ricordi
condivisi, e questo incontrarci di nuovo in un presente che avrebbe
potuto essere assenza per sempre.

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