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Grande Guignol

venerdì 22 ottobre 2021
di Fausto Cerulli

Qualcuno, forse un poeta, forse un artista di strada,
ha lasciato socchiuso il cancello di Villa Paolina,
lui si addentra lentamente, paura e stupore, alberi
che hanno fine nel cielo, querce e cipressi.
 
Statue di nobili, una volta potenti, giacciono
ora decapitate tra le foglie ingiallite ma ancora
vive e fissano le orbite vuote in un firmamento
ormai disabitato, infine umile come la terra.
 
La villa recita la propria morte nel ricordo
di un re che venne a trovarla, ma fece
in tempo a sfuggire il suo fascino
torbido  e resta soltanto uno stemma.
 
Lui si aggira spaurito tra siepi di bosso
incolte ma sipario di qualche dramma
e cerca una lei, un dolce fantasma, un canto
tra funebre e malinconico.
 
Lui ora vuole uscire dal parco, ora
le tenebre calano troppo fitte,
ma invano si aggira in un labirinto:
il parco non ha vie di uscita. 

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