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Georgica

mercoledì 15 settembre 2021
di Fausto Cerulli

E ancora sulla pelle il sole di quel pomeriggio
passato a fare i custodi alla vendemmia e lei
già stordita o quasi di poco vino aveva disteso
il suo corpo al prato della frescura e intorno
il frinire sconsolato delle cicale ed io ora
di lei ricordo le cosce bianche e le labbra
dischiuse allo scarlatto. E a me fu peccato
improvviso il turgore ma mi fu cauto perdono
lo sguardo spaesato di lei nel risveglio.
Io allora fui sul punto del mio morire.