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"Pochi hanno votato nei congressi del Pd in Umbria. Anche ad Orvieto. Congressi farsa?"

mercoledì 5 maggio 2021
di Paolo Borrello
"Pochi hanno votato nei congressi del Pd in Umbria. Anche ad Orvieto. Congressi farsa?"

Nei congressi di circolo, recentemente svoltisi in Umbria per l’elezione innanzitutto del segretario regionale ed anche dei segretari provinciali e di quelli comunali, la partecipazione al voto degli iscritti è stata molto bassa. E pertanto è stata messa in discussione, giustamente, anche la validità politica degli stessi risultati dei congressi. Cosa è avvenuto?

In tutta la regione gli iscritti che hanno votato sono stati circa il 50% degli aventi diritto.
Dati più precisi ed ufficiali ci sono per quanto riguarda la provincia di Terni.
Nei 46 circoli della provincia hanno partecipato al voto1.000 iscritti su 1.817 aventi diritto.
A Terni si sono recati al voto 337 iscritti su 656. Ad Orvieto si sono recati al voto 82 iscritti su 163.
A Narni avrebbe votato solo il 9% degli iscritti.
Tale situazione è stata criticata, fra gli altri, da 21 segretari di circolo.

Questi segretari parlano di “situazione drammatica del Pd regionale” e di “triste epilogo”.  Il giudizio sull’esito del congresso “farsa” è durissimo: “Abbiamo assistito a una delle più brutte pagine del partito umbro: non ha vinto nessuno ma ha perso il Pd. Un risultato che ci delegittima - tutti - nella società umbra”.  I 21 firmatari spiegano che a Perugia “il risultato si aggirerebbe intorno al 30%, come anche ad Assisi e a Foligno. In alcuni comuni del Lago i risultati del candidato unico si attestano tra il 25% e il 35%. A Narni il 9%, a Gualdo Tadino l’1,95%, a Cannara zero votanti”. 

Del resto, come avevo rilevato in un precedente post, tali risultati non sorprendono affatto se si considera che l’unica candidatura a segretario regionale rimasta, dopo i ritiri degli altri 3 candidati, quella di Tommaso Bori, era fortemente divisiva e ritenuta fortemente inopportuna da parti significative del Pd umbro. Aggiungo che la delegittimazione degli eletti deriva non solo dalla bassa partecipazione al voto ma anche dal fatto che, in Umbria, pochi sono gli iscritti al Pd, rispetto solamente a pochi anni fa.

Nel comune di Orvieto, una realtà che conosco in modo più approfondito, gli iscritti sono solo 163, quando alcuni anni fa superavano le 300 unità.
In un commento contenuto in un articolo pubblicato su www.umbria24.it, si rileva: “Insomma, Bori ha di fronte una montagna da scalare tra l’aperta ostilità di pezzi di partito, un’identità politica e programmatica - finora assai incerta - da costruire, una trama da riannodare con elettorato e vasti pezzi di società umbra che ormai sono orientati da un’altra parte, lo scoramento dei circoli e una militanza da rianimare e rilanciare, senza dimenticare la tornata elettorale d’autunno, con appuntamenti pesanti a Spoleto, Assisi, Città di Castello e Amelia”.

I 21 segretari di circolo, di cui ho riferito prima, concludono così le loro valutazioni: “Davanti c’è un grande lavoro di ricostruzione e rigenerazione e una comunità ridotta da rilanciare e aprire, con coraggio, a energie nuove. Siamo consapevoli delle criticità che ereditiamo e delle complessità emerse in questa fase, ma ci impegniamo a risollevare le sorti di un Pd fiaccato da troppi anni di inattività, scontri e personalismi.

Consapevoli della necessità di ripartire, innanzitutto, dalle idee e dalle proposte per il rilancio della nostra comunità politica sentiamo l’urgenza di lanciare quanto prima due appuntamenti: la conferenza programmatica, sul modello proposto dal segretario nazionale Enrico Letta delle Agorà, e la conferenza di riorganizzazione e comunicazione che rappresentino il primo passo verso un nuovo modello di partito”. Io concordo con le considerazioni svolte dai 21 segretari di circolo, considerazioni che sono valide anche per quanto riguarda il Pd di Orvieto, al quale sono iscritto.