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Aumentano i dubbi tra i docenti per il vaccino AstraZeneca

giovedì 4 marzo 2021
di Pasquale Di Paola
Aumentano i dubbi tra i docenti per il vaccino AstraZeneca

I ritmi di somministrazione del vaccino AstraZeneca procedono con estrema lentezza anche tra i docenti del Bel Paese , tra mille paure,dubbi e incertezze. Uno dei motivi di questa lentezza è la diffidenza di molti nei confronti della soluzione di AstraZeneca rispetto agli altri due vaccini autorizzati nell’Unione Europea, Pfizer-BioNTech e Moderna. I dubbi e le incertezze delle vaccinazioni sono testimoniati dalle dichiarazioni dei sindacati di alcune categorie professionali e dalle rinunce comunicate da tantissimi cittadini dopo aver fissato l’appuntamento per la vaccinazione .

Al momento centinaia di migliaia di dosi del vaccino AstraZeneca sono custodite nei frigoriferi delle aziende sanitarie in attesa della somministrazione a personale scolastico e universitario, forze dell’ordine, persone in carcere o in comunità. Finora sono state somministrate 400mila dosi, circa il 20 per cento del totale consegnato. La percentuale di utilizzo di Pfizer-BioNTech invece sfiora il 90 per cento: 4 milioni di dosi somministrate sul totale di 4,5 milioni consegnate.

Molta la diffidenza intorno a questo vaccino, considerato una sorta di vaccino di serie B. Non è un problema solo italiano: anche in Germania e in altri paesi europei molte persone si mostrano essere scettiche nei confronti di AstraZeneca, nonostante le rassicurazioni arrivate nelle ultime settimane in merito alla sua efficacia e sicurezza. Negli ultimi giorni lo scetticismo nei confronti di AstraZeneca si è manifestata platealmente nella zona orientale della provincia di Bergamo. A causa dell’alta incidenza di contagi registrata, la Regione Lombardia ha anticipato la campagna vaccinale per tutte le persone sopra i 60 anni che abitano in 15 comuni di quest’area con l’obiettivo di formare un “cordone sanitario”, cioè una protezione nei confronti delle aree dove l’incidenza dei contagi è inferiore.

La scorsa settimana sono iniziate le somministrazioni e dalle prime verifiche sembra che un numero significativo di prenotati non si sia presentato all’appuntamento dopo essere venuti a conoscenza che sarebbe stato somministrato loro il vaccino di AstraZeneca. Anche in provincia di Forlì, i ritmi lenti di somministrazione sono stati motivati dalle rinunce a questo vaccino. Più documentati, invece, sono i dubbi espressi dai sindacati di alcune categorie a cui è stato destinato il vaccino di AstraZeneca. Il sindacato di Polizia COISP ha pubblicamente detto di ritenere inconcepibile la scelta di somministrare alle forze dell’ordine il vaccino di AstraZeneca definendolo quello che al momento offre la percentuale di efficacia più bassa, ritenendo la scelta di questo vaccino l'ennesima dimostrazione dell’approssimazione con cui si approccia al comparto sicurezza, nonostante la sola Polizia di Stato conti già tra le sue fila più di 7.500 contagiati e 8 morti.

CISL Scuola lamenta il mancato coinvolgimento nella scelta di utilizzare il vaccino di AstraZeneca per vaccinare il personale scolastico. Secondo il sindacato, molti operatori della scuola si interrogano sui vantaggi di aderire alla campagna vaccinale,a causa della dichiarata minore copertura vaccinale di AstraZeneca rispetto ai più efficaci vaccini Pfizer e Moderna.

Nonostante la preparazione specifica anche molti medici manifestano dubbi sull’opportunità di essere vaccinati con AstraZeneca. Il presidente dell’Ordine dei medici di Roma pubblicamente espresso che molti medici liberi professionisti sotto i 55 anni hanno comunicato alle ASL di non volersi vaccinare con AstraZeneca perché ritengono che questo vaccino non sia confacente al loro rischio professionale. I tanti dubbi nei confronti di questo vaccino partono da lontano, soprattutto dalla fase autorizzativa, più tortuosa rispetto a quella di Pfizer-BioNTech e Moderna.

I test clinici di AstraZeneca non erano stati perfetti, anzi a novembre l’azienda aveva ammesso un errore nel dosaggio che aveva causato il mancato rispetto dei protocolli stabiliti per la sperimentazione. Questo intoppo era stato alla base della mancanza di dati certi sull’efficacia oltre i 55 anni.
Secondo i dati ufficiali riportati dall’AIFA, l’efficacia del vaccino di AstraZeneca è risultata complessivamente pari al 59,5 per cento nel prevenire la malattia sintomatica, a fronte del 90/95 per cento degli altri vaccini.

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