Ruderi

Sai, Eleana, in qualche elegia ho ritrovato la nostra storia
di treccia lunga come una stella cometa e bionda come
un campo di grano e del tuo sguardo falsamente innocente
di ragazza puttana, ma eri tu tra le statue monche
di quel giardino affacciato su una Roma indolente
a leggere le tue note sul pentagramma malato
di musica del nonostante e intorno avevano spazio
lamenti e forse erano le antiche statue a piangere
per il nostro amarci che stava precipitando
e adesso leggo della tua morte candida in una
elegia che non è stata mai scritta, ed io adesso
trovo solo parole puttane e righe sconce se voglio
avere pena di me. E ti seppellisco (vestita solo
di quel tatuaggio a forma di rosa che avevi
sulla coscia sinistra) in una tomba
di sabbia sulla spiaggia ancora deserta
di Castelfusano. Ah, quale nome strano
per un amore defunto.

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