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Fare! Il Comune si chiama fuori

venerdì 1 maggio 2020
di Massimo Gnagnarini
Fare! Il Comune si chiama fuori

Le linee guida per la formazione del bilancio comunale, annunciate ieri dal Sindaco,  non contengono le misure necessarie per un serio e veritiero sostegno economico alle attività produttive della città messe in ginocchio dal Covid 19.
Sia chiaro che il Comune non ha alcun obbligo,  se non quello politico, di fare sconti ed elargire contributi a chicchessia. 
Però ha l’obbligo morale, almeno,  di non prendere in giro i sui cittadini.  La comunicazione specie se fuorviante non basta per muovere le cose. Nè l’alibi della chiamata in causa di chi ha maggiori responsabilità a livello nazionale assorbe le responsabilità locali. Serve la concretezza dei fatti a ogni livello.

In sostanza due sono le misure annunciate dal Sindaco: La riduzione o possibile azzeramento della Tosap e la rimodulazione delle tariffe TARI con sconti a favore delle attività produttive. La prima è una misura che costa al Comune poche decine di migliaia di euro mentre la seconda non costa proprio niente al Comune perché rimodulare significa semplicemente spostare il carico fiscale della Tari da una testa all’altra ovvero far pagare alle famiglie quel di più pari a quel di meno che pagherebbero le aziende. Non ci sarebbe nulla di male se le famiglie si sacrificassero per aiutare le aziende ma bisognerebbe informarle senza camuffamenti di sorta o addirittura facendo passare tale operazione come una forma di aiuto pubblico.

A fronte dunque di qualche decina di migliaia di euro di mancati introiti da Tosap il Comune non mette un centesimo sul piatto degli aiuti economici alle imprese nonostante che dichiari di volersi avvalere delle normative Covid-19 , messe a punto da Cassa Depositi e Prestiti e ABI per la rinegoziazione e sospensione dei propri mutui come peraltro suggerito e sollecitato dai gruppi consiliari di minoranza in una loro recente Interrogazione al Sindaco.

Si tratta di un bel mucchio di soldi da spendere per un ammontare potenziale di 1,3 milioni di Euro utilizzabili subito , ma attenzione che non c’è più tempo da perdere, neanche un solo giorno,  per svolgere gli adempimenti necessari. Vediamo dunque nel dettaglio dello stock del nostro debito pubblico cittadino di quali soldi si tratta e di come si fa:

Per le quote capitale dei mutui con CDP in scadenza nel 2020 che valgono Eu 996.180 occorre aderire alla rinegoziazione entro la data del 27 maggio p.v. ed aver approvato , seppur in forma tecnica,  in Consiglio comunale sia il bilancio 2020/2023 dell’Ente sia la Delibera consigliare di adesione alla rinegoziazione.

Per le quote capitale dei mutui con altre banche CRO,BNL,CRESPOR in scadenza nel 2020 che valgono Eu 383.857 occorre presentare domanda di sospensione ai rispettivi istituti di credito entro la data del 15 maggio p.v..

Ma cosa ci dovrebbe fare, altrettanto velocemente, il Comune con questi soldi che sono già in suo possesso e stanziati in bilancio a disposizione e spendibili subito e senza l’incubo di doverne attendere l’erogazione da parte dello Stato o delle banche?

Sarà il Consiglio comunale a deciderlo naturalmente, ma mi sembrerebbe opportuno che ci facesse quel che la Giunta non ha detto di voler fare nelle sue linee guida a sostegno del Sistema Orvieto ovvero utilizzando questi soldi a copertura dei seguenti interventi:

Cancellazione, non mera posticipazione, per tutto il 2020 della tassa comunale per l’occupazione temporanea di suolo pubblico. Costo 100.000 euro.

Riduzione dal 40 al 70% della TARI per tutto il 2020 in capo alle suddette attività produttive, ma attenzione non attraverso una “furba” rimodulazione delle tariffe che finirebbe solo per ribaltare su altre categorie di utenti la copertura totale del PEF, ma con un intervento diretto in fiscalità generale. In altre parole è il Comune che paga la differenza. Fondo da 500.000 euro.

Contributo a fondo perduto a favore degli esercizi commerciali , bar, ristoranti e strutture ricettive per l’acquisto di materiali e attrezzature di sicurezza e  sanificazione dei locali resi obbligatori dalle norme per la riapertura. Fondo da 300.000 euro.
Cancellazione tassa di soggiorno per tutto il 2020 e copertura in bilancio dei mancati introiti della stessa. Costo 400.000 euro.

Naturalmente la gestione del Bilancio comunale in queste condizioni è e sarà di una complessità eccezionale comportando la rivisitazione globale delle missioni e degli obiettivi di programmazione, ma il Comune di Orvieto era ripartito con i conti in ordine e questo è stato un enorme vantaggio competitivo che l’Amministrazione attuale può, anzi deve, saper utilizzare al meglio.

Se, infatti, fossimo rimasti ingabbiati in quella specie di MES comunale che è la procedura di Pre-dissesto mantenendo la sua originaria scadenza nel 2023 senza esserne voluti uscire con sei anni di anticipo come abbiamo fatto,  allora nulla di quanto sopra sarebbe oggi possibile. Non a caso il paletto messo da CDP per rinegoziare i mutui è che il Comune non si trovi in condizioni di morosità o dissesto finanziario.