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Bacillo e scervello

domenica 1 marzo 2020
di Fausto Cerulli
Bacillo e scervello

Forse il Coronavirus è un falso e un allarmismo eccessivo, come succede in Italia dove nessuno ha il coraggio di dire che Conte non esiste, ed è solo l’ectoplasma di un avvocato di provincia. Cerchiamo di vedere come vanno le cose, anzi i bacilli. A quello che, stando alle caute notizie dei mezzi di comunicazione asserviti a Zingaretti e agli altri politicucci che si azzardano a considerarsi eredi di Berlinguer che se fosse vivo prenderebbe a calci Massimo D’Alema che fa sapere a cani e porci di essere stato all'inaugurazione del nuovo ristorante di Vissani, con le salette rosa riservate ai vip. E torno al bacillo.

I cinesi che mangiano serpenti e pipistrelli (il che non ha impedito al loro paese di diventare la seconda potenza economica del mondo come aveva previsto quello scemo di Lenin un centinaio di anni or sono). I cinesi, dunque, hanno diffuso il bacillo in tutto il mondo insieme ai cellulari di ultima generazione. Ora nessuno nega che il virus si sta diffondendo in tutto il mondo, anche se prima sembrava circoscritto alla Cina, alla Corea del Sud, e terza della fila la nostra Italia, terra dei poeti e dei navigatori ed ora delle persone contagiate dal virus.

Ora il bacillo si diffonde in Francia, in Inghilterra e negli Stati Uniti. Salvo altri, anzi malato gli altri. Ma i nostri governanti continuano a minimizzare il fenomeno che sarebbe una influenza appena appena più grave, e se non si trova il vaccino basta una Tachipirina lavandosi le mani come Pilato ma almeno quattro volte al giorno, visto che gli italiani, invece, se le lavano solo nelle feste comandate. Gli esperti si dividono in due categorie: quella di chi insiste a dire che si tratta di una influenza o poco più, e scommetto che sono stipendiati dal governo, e quella di chi si mostra allarmato e allora è un semplice medico condotto che si allarma perché non capisce e porta iella.

Io non sono un esperto, solo un piccolo avvocato di provincia mi limito ad osservare che per una influenza, anche se grave, non scopriamo improvvisamente la carenza delle nostre strutture sanitarie, carenti anche per colpa delle restrizioni al nostro sistema sanitario, volute da quella Merkel e da quel Macron che vorrebbero sì una Europa unita, ma unita nel sottomettersi alle loro decisioni implacabili ed ammazza povera gente.  E non ci troveremmo quattro regioni, tra le più importanti d'Italia, che chiudono i loro confini magari per il gusto di resuscitare il Lombardo Veneto. E non succederebbe che ogni giorno un nuovo Stato sconsiglia i propri cittadini dal venire in Italia, mentre altri impediscono l'arrivo degli italiani nei loro Paesi. Una congiura mondiale?

Un tentativo di bloccare la nostra economia che, come tutti sappiamo, cresce giorno per giorno per arrivare alle supreme mete di mussoliniana e democristiana memoria? Tutto può essere, in fondo anche Cristo è morto anche se aveva un Padre abbastanza inportante. Ma dall'allarmismo al negazionismo scorre il fiume della ignoranza voluta e criminale. Conte ha raccomandato, in gergo ha imposto, ai mezzi di comunicazione pagati dallo Stato, e quindi da noi, di minimizzare il fenomeno, altrimenti ne va di mezzo l'immagine dell'Italia che sarebbe l'Italia di lor signori.

E, tanto per dire, i direttori delle tre principali testate nazionali, compresa La Repubblica che nazionale non è ma si crede di esserlo dato che Eugenio Scalfari elargisce la sua predica settimanale in concorrenza spretata (non è un errore di battitura) alle legittime prediche di Bergloglio, dunque dicevo che le tre testate nazionali si sono allineate alle direttive del premier e, tanto per fare un esempio, i giornali radio delle radio di stato, tipo quelli di radio tre, danno prima il numero delle persone guarite, che poi non stavano male e poi, a denti stretti, il numero dei morti che poi sono sempre anziani e già debilitati e
dunque chi se ne frega e via nel cestino della spazzatura della morte.

E le grosse imprese, messe in ginocchio manco fossero alla Messa, cominciano a licenziare a babbo morto, che non vedevano l'ora. E intanto Di Maio, ministro degli Esteri senza saperlo, svolazza per il mondo per raccomandare al mondo di non essere troppo cattivo con l'Italia, altrimenti lui chiama in soccorso le divise blu cobalto dell' Onu. Mentre l'inesistente Conte parla e sparla di provvedimenti con combinato disposto previsto, orrida espressione cara a giudici e legulei da strapazzo: svelando, dietro la maschera del leader Maximo, la squallida realtà di un avvocatuccio di provincia. Ma forse parlo così perché non sono più molto giovane e sono anche portatore di pacemaker e dunque ho paura che mi buttino nella indifferenziata.

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