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Per Luca, con Luca. Il messaggio di Maria Antonietta Farina Coscioni

lunedì 26 aprile 2010
di On. Maria Antonietta Farina Coscioni, Segretario Commissione Affari Sociali, Co-Presidente Associazione Luca Coscioni

Questo è un paese dove di solito le celebrazioni e ricorrenze servono soprattutto a cancellare e falsificare le storie individuali e collettive, in certa misura in questi quattro anni - Luca ci ha lasciato il 20 febbraio del 2006 - è accaduto anche a Luca: perché quello che rappresenta, quello che ha fatto, quello che ci chiedeva di fare e che stiamo cercando di fare, è pericoloso, insopportabile, letteralmente eversivo in un paese come questo pieno di leggi che puniscono come reati quelli che secondo alcuni sono peccati, e viceversa considera peccati quelli che sono veri e propri reati.

La "pericolosità" di Luca è tutto in quello slogan "dal corpo del malato al cuore della politica"; Luca era, è stato, un dirigente politico a tutto tondo, ha avuto la forza, ha saputo imporre all'agenda politica, e anche ai radicali che lo hanno scoperto attraverso lui, la questione della libertà della ricerca. Ora questi temi sono ben presenti nel dibattito politico - questioni imprescindibili, questioni come testamento biologico, fine vita, eutanasia, cellule staminali, libertà della ricerca, della dignità della vita - sono temi su cui si dibatte, ci si confronta e scontra, ed è giusto che sia così, perché sono le questioni che riguardano tutti noi, la nostra vita quotidiana. Un tempo erano tabù, si diceva che erano cose troppo difficili e complicate perché la gente potesse capire. Abbiamo visto che è giusto il contrario, e tutti i risultati dei sondaggi demoscopici rivelano come gli italiani sanno, comprendono, e hanno ben chiaro cosa vogliono.

Mi piace qui ricordare quello che ebbe a dire il premio Nobel per la Letteratura José Saramago, quando ci comunicò la sua adesione e il suo sostegno alla candidatura di Luca al Parlamento: "Attendevamo da molto tempo che si facesse giorno, eravamo sfiancati dall'attesa, ma ad un tratto il coraggio di un uomo reso muto da una malattia terribile ci ha restituito una nuova forza. Grazie per questo". Luca è stato questa luce, è stato il catalizzatore di una forza che molti vorrebbero imprigionare.

Una delle grandi passioni di Luca, era lo sport, la maratona: è giusto dunque che siano degli atleti a ricordarlo, e mi fa piacere che così sia ricordato. Come forse saprete Luca si stava allenando per partecipare alla maratona di New York quando venne colpito dalla sclerosi laterale amiotrofica. Da allora è cominciata un'altra maratona. Con la stessa determinazione che metteva e aveva nel suo lavoro e nelle competizioni sportive, si è candidato alle elezioni online per il rinnovo del Comitato Nazionale dei Radicali Italiani, promuovendo una campagna contro il proibizionismo sulla ricerca scientifica. Qualcuno ha detto che i radicali lo hanno strumentalizzato. Semmai è accaduto il contrario, visto che ha imposto ai radicali la battaglia per la libertà di ricerca sulle cellule staminali, il tema centrale della loro campagna per le elezioni politiche del 2001. E qui bisogna dare atto a Marco Pannella di aver subito compreso l'importanza e la portata della cosa. Quella battaglia non è finita, e quell'impegno non è venuto meno.

Marco Pannella, quando ha dato la notizia che Luca se n'era andato, dai microfoni della "Radio Radicale" ha detto parole che mi sono segnata, e che qui voglio ricordare a tutti noi: "Luca era un leader perché era in prima linea. Era in prima linea ed è caduto. Direi che è stato ammazzato anche dalla qualità di questo paese, della sua oligarchia, che lo corrompe e lo distrugge". Parole dure, ma - credo, necessarie, opportune. Che cosa ha fatto questo paese per Luca? Che cosa fa questo paese per i tanti ignoti e ignorati Luca? Qualche mese fa ho sostenuto, con altri malati di SLA, un lungo sciopero della fame, perché ancora oggi il nomenclatore non è stato aggiornato, e questi malati non hanno quell'assistenza di cui pure hanno diritto.

Luca venne escluso dal Comitato nazionale di bioetica voluto dal governo Berlusconi, e la cosa lo ferì. Non eravamo solo noi a volerlo. Fu escluso nonostante fosse riuscito a muovere e commuovere tante persone: scienziati, ricercatori, professori. Aveva l'appoggio di 100 premi Nobel, c'era un appello firmato da mille tra professori e scienziati, e decine di migliaia di persone lo hanno sostenuto con parole, denaro, opere, idee e speranze. Venne escluso e per lui fu un dolore, perché era convinto di dare un contributo importante. E' stato censurato a livello politico. Non gli hanno permesso di intervenire nella vita politica italiana. Non a queste, ma alle precedenti elezioni regionali, il centro-sinistra bloccò un accordo elettorale perché le liste radicali portavano il suo nome.

Questi continui "rifiuti" da una parte forse lo rafforzavano, dall'altra lo avranno senz'altro indebolito, colpito. Aveva deciso di fare da cavia, a Torino sperimentò l'autotrapianto di cellule staminali. Continuò a mettere tutto se stesso per la lotta di libertà di cura attiva e passiva e per la ricerca scientifica. Si è battuto per il referendum che doveva abolire la legge 40 ... Ricordo tutto questo non per recriminare, piuttosto perché quello che è accaduto non deve accadere più. Ed è questo il mio, il nostro impegno: per Luca, con Luca.

Grazie


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