E’ convocato per mercoledì 24 maggio l’atteso Consiglio Comunale aperto sulle linee d’intervento riguardanti la popolazione degli anziani a Orvieto e nell’Orviertano, ossia in tutto quel territorio che, istituzionalmente parlando, ricade nell’ambito n. 12 che riunisce i Comuni del comprensorio in politiche socio-sanitarie condivise. A parteciparvi saranno i rappresentanti delle istituzioni comunali, provinciali e regionali – un ruolo chiave avranno ovviamente i relativi assessori ai Servizi sociali Stopponi, Antoniella e Stufara - delle associazioni a scopo sociale e di quelle di categoria e, naturalmente, i vertici della ASL, rappresentati in primis dal direttore generale Denio Dingecco. Atteso anche il dottor Edoardo Romoli che, quale presidente dell’associazione e dell’istituto Piccolomini Febei – l’unica struttura residenziale pubblica per anziani non autosufficienti della nostra zona - è una figura importante nella definizione di una parte delle linee d’intervento che si andranno a definire. Trattandosi di Consiglio Comunale aperto, sarà fondamentale anche l’apporto che vorranno dare al dibattito i singoli cittadini.
“In un mondo che vede crescere vertiginosamente la popolazione oltre i 65 anni di età – afferma l’assessore ai Servizi Sociali del Comune di Orvieto
Cecilia Stopponi – fenomeno che è il risultato di una trasformazione complessa, è compito della comunità occuparsi sempre più, e in armonia con i tempi che cambiano, di questo argomento che non mi piace definire problema, ma che piuttosto chiamerei “tema”. E’ chiaro che quando parliamo di ultrasessantacinquenni l’aspetto sanitario diventa rilevante – continua l’assessore – ma dobbiamo prendere come riferimento, per intervenire in modo ampio ed efficace, non solo la salute, ma i cambiamenti sociali intervenuti nella famiglia e nella sua composizione, nel mondo del lavoro, nel ruolo femminile e nello stesso concetto di “vecchiaia” che, per l’allungamento della vita, al di là delle possibili patologie è comunque un’età che continua ad essere fertile. Bisogna dunque pensare ad azioni non incentrate solo sul sanitario o sulle residenze per anziani – conclude l’assessore – ma a un sostegno più vasto, che dia il più possibile opportunità di benessere e di autosufficienza all’anziano, sia che viva solo, sia che viva in famiglia. Per questo è assolutamente necessaria la coprogettazione tra ASL, Sevizi Sociali, mondo del volontariato e della cooperazione. Presenteremo un piano basato su questi principi, poi, sulla base della condivisione dell’aspetto strategico, lo attueremo gradualmente individuando le priorità.”
Uno dei primi progetti a partire sarà quello della Piccolomini Febei, che ridarà dignità alla struttura di San Giorgio, per la quale sono già stati stanziati i finanziamenti regionali ed è già pronto il progetto esecutivo, che porterà in una prima fase a 20, e in un secondo step a 40, i posti residenziali disponibili.
“La ‘questione anziani’ non va sottovalutata – afferma il vice presidente del Consiglio
Fausto Vergari - gli ultrasessantacinquenni rappresentano, in questo territorio, oltre ¼ della popolazione. All’interno delle proposte, assume posizione centrale,la necessità di migliorare il più possibile la qualità della vita di queste persone, specie quando sono in stato di non autosufficienza e gravano sui famigliari più stretti. Il documento che abbiamo stilato e che presenteremo mercoledì 24 è stato ampiamente condiviso da tutti i capi gruppo – continua il vice presidente Vergari – la nostra priorità è fare in modo di mantenere il più possibile le persone anziane nel loro ambiente di appartenenza, affiancando alle famiglie un valido aiuto attraverso i servizi domiciliari. Solo dove l’assistenza domiciliare non è sufficiente si passa a intervenire con adeguate strutture socio-sanitarie che possono essere di diverso tipo: residenza protetta, residenza sanitaria assistenziale, centro diurno-riabilitativo. La RSA (residenza sanitaria assistenziale) è una delle priorità per il nostro territorio e ricade sotto la competenza della Asl: stiamo cercando di fare in modo che il numero dei posti messi a disposizione arrivi ad un minimo di 20. Altra questione urgente – conclude Vergari - riguarda le cosiddette residenze protette: attualmente quelle autorizzate sono 4, Casa Divina Provvidenza a Ficulle, Casa Natività di Maria a Morrano, Non ti scordar di me a Castel Giorgio, San Giovanni Bosco a Castel Viscardo; ma è necessario realizzare una residenza protetta sul territorio comunale di Orvieto con almeno 40 posti a disposizione”.