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"Legge di bilancio e dl fiscale: i Comuni nella manovra finanziaria"

venerdì 10 gennaio 2020
"Legge di bilancio e dl fiscale: i Comuni nella manovra finanziaria"

"Legge di bilancio e dl fiscale: i Comuni nella manovra finanziaria" è stato il tema dell'annunciato incontro, promosso da Anci Umbria in collaborazione con IFEL e Anci nazionale, che si è svolto venerdì 10 gennaio, nella Sala del Consiglio della Provincia di Perugia. Hanno partecipato numerosi fra sindaci e assessori, presidenti dei Consigli comunali e consiglieri oltre che responsabili finanziari dei Comuni dell’Umbria.
 
"Nel dl fiscale – ha esordito il presidente di Anci Umbria, Francesco De Rebotti - c’è una grossa parte dell’azione di Anci, perché alcune delle richieste avanzate al governo dall’associazione sono state accolte. Altre non sono state recepite, ma Anci continuerà a fare il suo lavoro nell’interesse dei Comuni e dei cittadini. Nel decreto fiscale siamo riusciti a far inserire l’eliminazione di tutta una serie di vincoli, obblighi e tetti di spese che erano a carico delle amministrazioni locali da ben 9 anni”.
 
Per il presidente nazionale di Ifel, Guido Castelli la manovra avrà “effetti positivi sul rilancio degli investimenti, soprattutto in Umbria dove i Comuni non presentano elevati avanzi da spendere. Riprende, dunque, il normale flusso di trasferimenti statali. C’è una maggiore semplificazione degli adempimenti e il rientro, anche se scaglionato, di un taglio, la partita dei 563 milioni di euro, che i Comuni subivano e su cui Anci si è molto battuta. L’Umbria, dall’altro, è una piccola regione, formata da piccoli Comuni che continuano ad avere problemi di rigidità. Da sciogliere anche la questione della perequazione che non favorisce i piccoli Comuni”.
 
I lavori sono stati introdotti e coordinati dal sindaco di Amelia e vicepresidente di Anci Umbria, Laura Pernazza, la quale ha sottolineato “l’importanza dell’incontro, visti i cambiamenti che attenderanno le amministrazioni locali. Questo appuntamento dimostra anche la particolare attenzione che Anci Umbria, insieme a Ifel e Anci, ha posto sulla questione e, dunque, la sua vicinanza e il suo supporto concreto agli enti locali.

Sappiamo bene quanto le leggi di bilancio comportino cambiamenti e, a volte, stravolgimenti nell’azione di governo locale e degli uffici ed è fondamentale comprendere, fin da subito e nel dettaglio, le principali novità”. La vicepresidente ha anche parlato positivamente del rapporto sugli indicatori dei rendiconti dei Comuni umbri, perché - ha commentato – “ci consente di analizzare le diverse realtà, non in uno spirito di competizione, ma di sano confronto fra amministratori, anche su come approcciarsi nel modo migliore ai vari problemi. Un’occasione, dunque, di crescita e ottimizzazione del lavoro”.
 
Simonetta Lumediluna, revisore contabile, è entrata nel merito degli “Indicatori dei rendiconti dei Comuni umbri a confronto”, un report realizzato da Anci Umbria, su incarico del Consiglio della autonomie locali dell’Umbria. Il report sarà presentato nella sua interezza nei prossimi mesi.
 
“L’analisi effettuata mettendo a confronto, per classi demografiche, alcuni indicatori sintetici dei rendiconti dei 92 Comuni della regione Umbria riferiti all’anno 2017, ha evidenziato che nelle classi di Comuni con popolazione superiore ai 5mila abitanti risulta, in generale, un maggior grado di realizzazione delle entrate correnti rispetto alle previsioni definitive di bilancio e quindi una migliore capacità gestionale e previsionale delle entrate.

Inoltre, in queste classi si rileva una minore rigidità strutturale del bilancio, a volte imputabile anche a una esternalizzazione dei servizi. Al contrario, nelle classi di Comuni con popolazione inferiore ai 5mila abitanti ci sono più difficoltà nella realizzazione delle entrate; è presente una maggiore rigidità strutturale del bilancio e risultano minori esternalizzazioni dei servizi. Si evidenzia invece, rispetto alle classi di Comuni più grandi, una maggiore propensione agli investimenti, imputabile anche al fatto che nelle classi demografiche fino a 3.000 abitanti è presente la prevalenza dei Comuni colpiti dal sisma 2016”.
 
La presentazione della Legge di bilancio è stata affidata ad Andrea Ferri, responsabile del dipartimento Finanza Locale di Anci Ifel. Nel periodo 2011-2018 i Comuni hanno assicurato un rilevante contributo al risanamento della finanza pubblica, sproporzionato (circa 12,5 miliardi di euro) rispetto al peso del comparto sulla finanza pubblica nel suo insieme (7,4% della spesa) e sul debito della PA (1,6%)
 
Tagli alle risorse e accantonamenti FCDE in Umbria. Il totale della manovra 2011-2018 è stata di 188 milioni di euro, di cui tagli alle risorse 135, di cui Fondo crediti dubbia esigibilità a previsione 53. Che corrisponde al 24% della spesa corrente 2010, a fronte del 25 della media nazionale.
 
Dinamica della spesa corrente in Umbria. Senza rifiuti e TPL, in Umbria, le spese correnti dei Comuni nel periodo 2010-2018 si sono ridotte del 13,6% (in ltalia, -5,4 %). Nel 2018, si è registrata una ripresa della spesa corrente (+1%), dovuta in gran parte al personale (rinnovo contrattuale) e al sociale (ripresa trasferimenti). Preoccupano la tenuta del welfare locale (-11% in 8 anni, in Italia contenuta al 5,5 per via della ripresa dei trasferimenti) e la flessione delle funzioni «non fondamentali» (-24%).
 
Alcune delle partite ottenute. Il superamento del patto di stabilità interno, la graduale stabilizzazione espansiva del saldo finale di competenza, il ritorno agli equilibri ordinari di bilancio, lo sblocco della leva fiscale, l’aumento delle risorse a sostegno degli investimenti e significativi elementi di semplificazione amministrativa e contabile, in particolare a vantaggio dei piccoli Comuni. Dal 2020 si applicherà un nuovo sistema di determinazione delle facoltà assunzionali dei Comuni, basato sul limite del +4% di un valore soglia per classe demografica dato dal rapporto spesa per personale/entrate correnti complessive al netto del FCDE.
 
Alcune delle partite ancora in sospeso. Il contenimento del Fondo crediti dubbia esigibilità da accantonare in bilancio di previsione, ma soprattutto il nodo della perequazione, con riferimento alla scarsa considerazione delle rigidità degli equilibri dei piccoli Comuni. Inoltre, non sono considerate le risorse aggiuntive della legge di bilancio: i 100 milioni e il piccolo sostegno ai piccoli Comuni montani (2 milioni).
 
Sono 13 le principali novità introdotte dalla legge di bilancio 2020 (legge 160/2019), destinate a incidere sulla gestione dei Comuni.
 
Fondo di solidarietà comunale. La notizia positiva è l’incremento del Fondo di solidarietà comunale per un importo di 100 milioni di euro per il 2020, 200 milioni di euro per il 2021, 300 milioni di euro per il 2022, 330 milioni per il 2023 e 560 milioni a decorrere dal 2024. Si tratta del recupero chiesto da Anci lo scorso anno, anche in sede giudiziale, delle risorse che dovevano essere restituite a partire dal 2019 per il venir meno del taglio previsto dal dl 66/2014 (commi 848-851).

Contributi ai Comuni per investimenti. La legge stanzia significative risorse a favore dei Comuni per investimenti e progettazione degli interventi, in un arco temporale pluriennale e che interessano vari settori strategici.

Fondo crediti di dubbia esigibilità. Si prevede la facoltà di calcolare nel 2020 e nel 2021 il FCDE applicando la percentuale del 90%, piuttosto che quella, rispettivamente, del 95% e del 100%, purché i Comuni abbiano registrato indicatori di tempestività dei pagamenti rispettosi dei termini previsti dalla legge di bilancio 2019. Si prevede inoltre, quale importante novità, che in corso d’anno i Comuni possano rettificare l’accontamento sulla base del miglioramento degli indici della capacità di riscossione.

Anticipazione di tesoreria. Dal 2020 al 2022 l’anticipazione rimane fissata ai 5/12 delle entrate correnti.

Anticipazione di liquidità CDP. È prevista anche per il 2020 la possibilità di usufruire di ulteriore liquidità per pagamenti di debiti certi liquidi ed esigibili al 31/12/2019.

Debito degli enti locali. A partire dal 2020 (ma con effetti prevedibili dal 2021) si avvia un’operazione di abbattimento dei tassi di interessi praticati agli enti locali attraverso la ristrutturazione del debito.

Fondo di garanzia dei debiti commerciali. È prorogata al 2021 l’entrata in vigore del nuovo fondo di accantonamento a carico degli enti locali per il mancato rispetto dei tempi di pagamento dei debiti commerciali.

Riscossione. Si avvia una riforma della riscossione locale, finalizzata a migliorare la capacità di gestione delle entrate dei Comuni, assegnando strumenti più efficaci e dando stabilità a un settore che ha conosciuto troppi anni di incertezza.
Unificazione IMU/TASI. Si tratta di una semplificazione a favore sia dei contribuenti, sia degli uffici comunali, che non comporta alcun aumento della pressione fiscale e stabilizza gli attuali limiti di aliquota, compresa l’eventuale maggiorazione Tasi (0,8 per mille), per i soli Comuni che l’hanno applicata.

Superamento dei vincoli per lo scorrimento delle graduatorie. Si prevede che le graduatorie concorsuali approvate dal 2012 al 2017 siano utilizzabili sino al 30 settembre 2020; le graduatorie approvate negli anni 2018 e 2019 sono utilizzabili entro tre anni dalla loro approvazione. A regime, a partire dal 2020, le graduatorie avranno una vigenza biennale.

Salvaguardia aggiornamento indennità dei sindaci. Si prevede che gli adeguamenti delle indennità e dei gettoni di presenza degli amministratori locali applicati ai sensi dell’articolo 82 del TUEL sono fatti salvi e sono legittimamente applicati. Resta fermo il divieto di applicare un nuovo aggiornamento dopo l’entrata in vigore della norma che ha abrogato la previsione.
Canone unico OSP-Pubblicità, a decorrere dal 2021, ma con limite all’incremento delle tariffe Tosap e Cosap 2020 entro il tasso di inflazione programmato.

Stabilizzazione pluriennale dell’intero ammontare del Fondo IMU Tasi; rifinanziamento fondo sentenze esecutive a seguito calamità e cedimenti strutturali; revisione di alcuni criteri applicativi della riforma della spesa per il personale.

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