Il ratto delle Sabine

Vi prego, non abbiate a schernirmi
se io chiamo QUELLA casa la casa
degli avi, dove mio fratello era sempre
altrove, dove mio nonno curava
i suoi malati, malati di essere poveri,
dove mia madre era sorridente come
soltanto allora. Oggi quella casa,
dovevo leggevo del ratto delle Sabine
in un libro che ricordo quasi coperto
di polvere sapiente, quella casa
mi è apparsa bianca, grande sì
troppo grande, quasi vuota come
se avesse perso l’anima.
Ho scattato una foto, la prima foto
e l’ultima a quella casa, ora non mia
come da sempre. Poi ho bruciato
la foto e il ricordo.

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