Gradara

Leggendo ricucio cicatrici.
(P. Hanke. “Infelicità senza desideri”)
E si spiana il mio volto, solo ardono
gli occhi del bruciore di lagrime
inutili, mi affollo di ricordi
api nell’alveare dopo il furto
di fiori compiaciuti, tornano leggeri
i mie passi e Giorgio e Omero
non sono ancora affogati
nel mio dimenticare. Capanne
di pescatori, mogli abituate
alla precoce vedovanza, strade
senza ritorno, nessuna fretta allora
quando nascevano gli amori,
e restava una panchina deserta
profumata ancora del bacio.
Leggevo leggerezze come
antichi poemi e lei stava
ad ascoltarmi, occhi socchiusi
a guardarsi intorno, e quel rossore
sul volto, castello di Gradara.
Leggevo sillabando i miei
pensieri: ed era soltanto
l’ieri di oggi.

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