A Martha Argerich

A lezione di piano da Martha nelle sere
di tutte le sere, che lei sceglie
tra le sue sere di spartiti e di note,
ché solo lei sa creare dal nulla
il tutto che brucia.
Dita esigenti, perle calate dal sole,
labbra che sussurrano antiche
armonie. Lei ritaglia la musica
dentro il suo volto affilato,
nel suo dare e ricevere brusche
incertezze nel magico suo
sapersi negare, lei sola,lei
sempre solista, lei dono di
qualche Dio in quel momento
di distrazione, giusto per essere
la gelosia di un talento, una
strana invidia da consumare
e il cognome come uno
schiaffo. E di lei, e con lei
Lugano, sognata? e nella lista
dei suoi piaceri les romances
di Guastavino, o di uno Schumann
il Dichteliebe.

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