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Al Teatro dell'Unione il ricordo del tenore Giacomo Lauri Volpi

giovedì 3 ottobre 2019
Al Teatro dell'Unione il ricordo del tenore Giacomo Lauri Volpi

Un secolo fa, il 2 settembre 1919, il tenore Giacomo Lauri Volpi originario di Lanuvio, un paese dei Castelli Romani, debuttò al Teatro dell’Unione di Viterbo ne "I Puritani" di Vincenzo Bellini. La stagione lirica comprendeva anche "Rigoletto" ed "Ernani". Su consiglio di un amico, per non compromettere l’esordio ufficiale che avrebbe fatto il successivo gennaio 1920 al Costanzi di Roma con Manon di Massnet, si propose nei manifesti sotto il falso nome di Giacomo Rubini.

Le cronache del tempo parlano di un teatro esaurito e di un grande successo, tanto che nelle repliche de "I Puritani" e nel Rigoletto Lauri Volpi si mostrò con il suo vero nome. Per preparare l’opera ed in particolate il personaggio di Arturo, il tenore che sarebbe diventato uno dei cantanti più famosi del melodramma ottocentesco italiano, soggiornò a Viterbo dal 15 agosto 1919 fino al debutto.

La foto sbiadita, ma rara, lo ritrae nel giardinetto del Palazzo dei Priori. Aveva 27 anni. Non si sa dove avesse alloggiato ma si sa che frequentava il ristorante della Grande Locanda dell’Angelo in Piazza delle Erbe dove strinse una fraterna amiciziacon il vice segretario del Comune di Viterbo di allora, tale Eugenio Linardi, anch’esso forestiero.

Nei suo diario, Lauri Volpi annotò riguardo al debutto del 2 settembre "La prima parte dell’aria (di Arturo) soavissima, sussurrata a mezza voce ad Elvira estasiata, produsse un mormorio di consenso: ma alla seconda strofa dove la passione erompe con le parole ‘Al brillar di sì bell’ora,/se rammento il mio tormento,/si raddoppia il mio contento,/m’è più caro il palpitar…. il pubblico scattò in un’ovazione che mi fece tremare dalla testa ai piedi”.

Lauri Volpi concluse la sua carriera nel 1959, a 67 anni, al Costanzi di Roma con il Trovatore. Avremo l’opportunità di ascoltare all’Unione la sua viva voce registrata che fu molto longeva se è vero che a 85 anni in un salotto di Oviedo in Spagna, dove si era ritirato insieme alla moglie. intonò tra la stupore di tutti il Nessun dorma della Turandot. Morirà qualche anno dopo a Valencia nel 1979.  

La sua figura e il suo esordio a Viterbo verranno ricordati domenica 6 ottobre alle 17.30 in occasione del concerto dei partecipanti al Concorso Lirico "Fausto Ricci". Se ne occuperà il console TCI Vincenzo Ceniti con il critico musicale Andrea Merli, il vice sindaco di Lanuvio Andrea Volpi, peraltro pro nipote del cantante, e Marco De Carolis, assessore alla cultura. L'ingresso è libero previa prenotazione al botteghino del teatro.                                                          

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