cultura

"Ballo di Primavera" a Palazzo Monaldeschi. Come nell'Ottocento

mercoledì 22 maggio 2019
di Davide Pompei
"Ballo di Primavera" a Palazzo Monaldeschi. Come nell'Ottocento

Ampie crinoline ondeggianti per conferire volume alle gonne, giubbe a due falde aperte sul dietro per consentire agilità di movimento anche gli uomini. Hanno frusciato elegantemente insieme nella serata di martedì 30 aprile sul pavimento in noce calabro della Sala degli Specchi, circondata di finestre luminose che si affacciano sui panorami della Valle dei Calanchi, in occasione della serata ottocentesca promossa dalla Compagnia AEMDanza. Una realtà originale – di stanza a Roma, ma non nuova a collaborazioni ed esibizioni nel territorio al confine tra bassa Umbria ed alto Lazio – che ha trovato nel Palazzo Monaldeschi di Lubriano accogliente cornice per far vivere (e trasmettere) ai 45 partecipanti – più dame che cavalieri, di diversa età – il brivido di divertenti danze di società di metà Ottocento. Allegre, romantiche, corali, create dai vari maestri di ballo e danza dell'epoca vittoriana.

"Lo scopo di simili momenti aggregativi – spiega la coreografa Anna Mastrangelo, maestra di danze storiche di società dell'Ottocento – è quello di rendere vivo questo bagaglio culturale e artistico per ballerini professionisti e amatori. L'intento, quello di avvicinare sempre più persone al piacere della scoperta di passi antichi nati per agevolare, realmente, la socializzazione e danze chiamate, non a caso, di coinvolgimento". Come quelle del primo Campionato Interregionale di Danze Storiche che, partito da Palermo, farà tappa sabato 25 e domenica 26 maggio a Trieste in vista della finale a Parigi.

Tra un valzer e una mazurka, passando per il Carré del Gattopardo fino al vivace momento della Galopade, una polka veloce da eseguire in coppia. L'incontro, nel giardino d'inverno. E poi, insieme, verso il salone dove dare il via al "Ballo di Primavera". A seguire, nella Sala Arazzo, un buffet cocktail rinforzato con tavoli allestiti per essere "tutti comodi nel desinare". E continuare ancora a danzare, chiacchierare, divertirsi, in un palazzo storico ancora pieno di vita.

Per oltre 500 anni, l'edificio è rimasto proprietà della famiglia Monaldeschi, non subendo nel corso dei secoli ristrutturazioni significative. Ad eccezione di ordinarie opere manutentive e ritocchi estetici indispensabili, ha conservato fino alla fine del 1600 il suo aspetto originario, tipico dell’Alto Medioevo. L'architetto Giovan Battista Gazale di Vignanello, emulo di Juvarra, l'ha ridisegnato spostando l’ingresso principale da Ovest a Sud e alzando di un piano la facciata. Da vecchio maniero a raffinata residenza, secondo i dettami e il gusto tipici delle ville patrizie con tanto di giardino pensile al Piano Nobile, le geometrie di siepi del giardino all’italiana, i grandi saloni per i ricevimenti, la ricchezza delle decorazioni e i giochi prospettici delle architetture, nel rispetto di una dimensione sobria, finalizzata a colpire gli ospiti a cui era destinato. Una serie di stanze accessorie lo hanno reso più funzionale e moderno.

Ma al tempo stesso custode di quel fascino antico che, grazie anche a simili eventi corali, sa rivivere. Preziosa, la collaborazione con PromoTuscia e Opera Extravaganza di Vetralla. A cimentarsi per una sera con il fascino della danza storica, anche l'attrice, modella e presentatrice romana Alessandra Casale che prima di danzare ha letto brani poetici. "L'Ottocento – sottolinea l'ideatrice – è stato un secolo fortemente improntato al bello. Abbiamo gustato un po' di quello splendore giocando con la giusta serietà, prestando attenzione ai dettagli anche nella gestualità e nel portamento. Non si tratta di una rievocazione storica, né di una serata in maschera ma di una vera e propria immersione nella società dell'epoca delle danze nei saloni aristocratici e borghesi. Per la riuscita è importante la consapevolezza della cultura del tempo che si fa rivivere e la voglia di partecipare di tutti".

Rispondono, poi, anche all'intento di far conoscere queste danze storiche – meno popolari, forse, in Umbria rispetto ai più frequenti balli medievali rievocati puntualmente nelle manifestazioni di piazza – anche altre esperienze e attività che AEMDanza – Passi dell'Ottocento Ensemble  porta avanti. Tra queste i laboratori aperti a tutti, senza preclusioni, e gli affiancamenti ad insegnanti. Attraverso il ballo, la storia non disdegna nemmeno di entrare nelle aule scolastiche e mostrare la differenza tra agitarsi a caso e sapersi muovere con naturale disinvoltura, prima ancora che con grazia artistica. Recuperando, con un pizzico di sorpresa per chi si cimenta nei gesti di una volta, quella raffinatezza oggi smarrita. L'auspicio, neanche a dirlo, è che simili esperienze vengano presto replicate. Ovunque.

Per ulteriori informazioni:
compagnia@annamastrangelo.it
www.facebook.com/aemdanza

Foto di Antonella Santoro