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Monsignor Lachovicz presiede la Divina Liturgia nella Chiesa del SS. Crocifisso

giovedì 4 aprile 2024

Sabato 13 aprile, alle 11, nella Chiesa del SS. Crocifisso di Todi, in occasione della festa liturgica di San Martino I, Papa e Martire, monsignor Dionisio Lachovicz, esarca apostolico d’Italia della Chiesa Ucraina, presiederà la Divina Liturgia, la liturgia eucaristica del rito bizantino. Alla luce della tragica situazione vissuta dalla popolazione ucraina l’Esarcato Apostolico d’Italia, la Diocesi di Orvieto Todi e la Delegazione Umbria dell’Ordine di Malta hanno voluto a Todi una giornata di preghiera da vivere in comunione con le comunità ucraine umbre e le autorità civili e militari nel nome di San Martino I, venerato nella Chiesa Cattolica e nella Chiesa Ortodossa, che nacque a Todi sul finire del VI secolo, fu eletto papa il nel 649 e morì in esilio, nel 655 a Sebastopoli in Ucraina. Assisteranno monsignor Stefano Puri, vicario della Diocesi di Orvieto, don Marcello Cruciani, parroco della Chiesa del SS. Crocifisso e don Alessandro Fortunati, cappellano della Delegazione Umbria dell'Ordine di Malta.

San Martino I, ricordato come l’ultimo papa martire, difese tenacemente l’ortodossia della fede contro gli attacchi dell’eresia monotelita. Per la sua nomina papale avrebbe dovuto chiedere il “nulla osta” all’imperatore, ma Martino sapendo che l’imperatore Costante II appoggiava l’eresia monotelita e non avrebbe mai avallato la sua nomina, evitò di chiedere la sua approvazione. Ciò suscitò l’irritazione nell’imperatore. Era il 15 giugno 653 e papa Martino venne rapito mentre si trovava nella sua residenza al Laterano. Giunse a Costantinopoli il 17 settembre 654, rinchiuso in prigione e processato nel Palazzo Imperiale,  a sua condanna a morte fu tramutata in esilio a vita nella colonia greca della penisola del Chersoneso, oggi Sebastopoli in Ucraina, dove morì il 16 settembre 655.

Da subito, dopo la sua morte, Sam Martino ha suscitato una forte devozione popolare: la sua tomba, presso la Chiesa di Santa Maria di Blachernae, era meta continua di pellegrinaggi di fedeli che imploravano da lui miracoli. Nel suo nome è stata eretta una suggestiva chiesa scavata nella montagna che è tradizionale meta di pellegrinaggio dei cristiani ortodossi. La forza del culto di Martino in quei luoghi è testimoniata dal fatto che tale chiesa rupestre è stata dedicata a San Martino I intorno al 1854 allorquando lo Zar Nicola I volle ridedicare tre chiese rupestri presenti nella zona di Inkerman, ai tre santi più importanti per la storia cristiana dell’intero Impero Russo.

Tali chiese furono così dedicate a Sant’Andrea apostolo, a San Clemente Papa e, appunto, a San Martino I da Todi. Molti anni dopo la sua morte, Cirillo e Metodio, evangelizzatori di quelle terre, portarono a Roma alcune reliquie di San Martino tuttora conservate nella Chiesa di San Silvestro e San Martino ai Monti a Roma. Di lui restano diciassette intensissime lettere che testimoniano tutta la sua forza, la tenacia e la straordinarietà della sua fede. Oggi più che mai la figura di Martino I di Todi, venerato nella chiesa cattolica e nella chiesa ortodossa è testimone vero dell’unicità della fede e soprattutto rappresenta un importante legame tra l’Italia e l’Ucraina.