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Dacia Maraini si racconta con "Vita mia. Memorie di una bambina italiana in un campo di prigionia"

martedì 13 febbraio 2024

Martedì 13 febbraio, alle 17, alla Sala dei Notari di Palazzo dei Priori, a Perugia, incontro con la scrittrice Dacia Maraini, autrice di romanzi, racconti, opere teatrali, poesie e saggi, tradotti in oltre venti Paesi in occasione della presentazione del suo ultimo libro, ""Vita mia. Giappone 1943. Memorie di una bambina italiana in un campo di prigionia" pubblicato da Rizzoli ad ottobre 2023.

Dopo i saluti istituzionali di Leonardo Varasano, assessore alla Cultura del Comune di Perugia, Simone Casini, docente di Letteratura Italiana presso l’Università degli Studi di Perugia dialogherà con l'autrice. Introduzione di Annamaria Romano, presidente dell'Associazione Culturale "Clizia". Letture di Sandra Fuccelli. Un'occasione per incontrare una delle voci più autorevoli e conosciute della letteratura contemporanea, ma anche un modo per non dimenticare gli orrori del Novecento, e per celebrare il coraggio, la fedeltà alle idee, il rifiuto del razzismo di una famiglia che ha lasciato il segno nella Storia, e di chi come loro ha lottato per la libertà di tutti.

In quest'ultimo romanzo la scrittrice racconta, e si racconta, mettendo a nudo ricordi e pagine mai completamente svelate prima. E lo fa come un dovere, una necessità di testimonianza, vincendo, come lei stessa premette "una ritrosia interiore, una timidezza che so di condividere con molti altri ex internati. Da una parte si vorrebbe dimenticare ciò che non si può dimenticare, soprattutto quando si sente che circola e si diffonde un sentimento di irritazione e stanchezza verso la memoria, un sentimento che sentiamo come offensivo è umiliante". 

È il 1943, Dacia Maraini ha sette anni e vive in Giappone con i genitori e le sorelline Toni e Yuki. Suo padre, Fosco, insegna all’università di Kyoto, sua madre, Topazia Alliata, è felicemente integrata nel tessuto della città. Il sogno è la pace, si pensa che la guerra finirà presto. Ma Fosco e Topazia non giurano fedeltà al governo nazifascista della Repubblica di Salò. La famiglia è internata in un campo di concentramento destinato ai traditori della patria. Per la famiglia Maraini iniziano gli anni più difficili della loro esistenza: con pochi grammi di riso al giorno, tra fame, malattie, attesa, gelo e vessazioni, dovranno imparare a sopravvivere rinchiusi in un luogo ostile insieme ad altri prigionieri.

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