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Claudio Strinati e Clovis Whitfield dialogano su "L'occhio di Caravaggio. Viaggio nella tecnica del reale"

domenica 11 febbraio 2024

La prossima conferenza dell'Istituto Storico Artistico Orvietano, in programma venerdì 16 febbraio alle 17 all'Auditorium "Gioacchino Messina" di Palazzo Coelli, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, vedrà dialogare due storici dell'arte di fama mondiale come Claudio Strinati e Clovis Whitfield su "L'occhio di Caravaggio. Viaggio nella tecnica del reale". 

"Caravaggio - anticipa l'architetto Raffaele Davanzo, presidente dell'Isao - è a buon diritto l'autore più conteso dai grandi musei di tutto il mondo che si misurano in opere e primati relativi alle sue produzioni. Uno di questi ne è eccezionalmente ricco ed è la National Gallery di Londra che festeggia proprio quest'anno i suoi 200 anni di storia.

Tra i grandi eventi che scandiranno le celebrazioni spicca naturalmente una mostra su Ultimo Caravaggio che ad aprile riunirà nella capitale britannica due capolavori come il Martirio di Sant’Orsola, ultima opera in assoluto del Merisi dipinta per Marcantonio Doria nel 1610 e oggi di proprietà di Intesa Sanpaolo – Gallerie d’Italia presso palazzo Piacentini a Napoli, e Salomé con la testa del Battista, nella raccolta londinese dal 1970. Una reunion che si preannuncia di grande successo visto il richiamo che Caravaggio esercita sul pubblico di ogni provenienza e generazione.

Per approfondire il senso di questa eterna seduzione dell’artista e le ragioni che fecero di lui una figura rivoluzionaria nel campo dell’arte, viene in aiuto l’esperta competenza di Clovis Whitfield, storico dell’arte londinese ma umbro per passione, acquisita in lunghi anni di ricerca e confluita nel libro L’occhio di Caravaggio, pubblicato nel 2011 a Londra da Paul Holberton Publishing e in Italia da Officina Libraria.

L’indagine estremamente documentata dello studioso dimostra come la sconvolgente novità dell’artista avesse soprattutto matrice tecnica oltre che stilistica e compositiva, e derivasse dal progresso tecnologico dell’epoca nel campo della scienza ottica e della produzione vetraria di speciali lenti che Caravaggio seppe applicare e sfruttare con esiti così sconvolgenti da mettere in crisi i contemporanei. 

Dal lavoro di Whitfield emerge con chiarezza anche il quadro della Roma di Clemente VII, l’epoca, il contesto culturale in cui Caravaggio visse e operò, e la committenza che lo condizionò, legata in modo particolare alla figura del cardinale Francesco Maria del Monte, il mecenate dell’artista. Sono gli anni in cui le teorie di Galileo basate sull’osservazione dell’universo e il nuovo modo di rappresentarlo di Caravaggio costituiscono tentativi paralleli di immaginare e spiegare la complessità del reale.

Il volume, e la nostra locandina, riproducono la bella immagine di Santa Caterina d’Alessandria (Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza) in cui il pittore ritrasse i tratti seducenti di Fillide Melandroni, la cortigiana che gli fu modella negli anni romani e il cui volto malinconico e sensuale rimase fino all’ultimo, forse fino alla Salomè londinese, nell’occhio di Caravaggio".