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"I roccoli di Acquapendente ed altre architetture vegetali"

giovedì 1 febbraio 2024

Da postazioni di caccia utilizzata dagli uccellatori per catturare avifauna migratoria viva a elementi caratteristici del paesaggio agreste meritevoli di riscoperta, prevenzione e tutela. A "I roccoli di Acquapendente ed altre architetture vegetali", non a caso, è dedicata la conferenza, patrocinata dal Comune, dall'Ecomuseo Alta Tuscia del Paglia e dall'Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori di Viterbo e Provincia – per gli iscritti all'Albo che parteciperanno sono previsti crediti formativi professionali – in programma venerdì 2 febbraio alle 17.30 alla Biblioteca Comunale di Acquapendente.

In cattedra l'architetto Margherita Eichberg della Soprintendenza di Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Provincia di Viterbo e per l’Etruria Meridionale, il professor Antonio Quattranni che dedicherà il suo intervento alla storia e all'antropologia del roccolo e di altre tecniche di uccellagione nell’Alto Viterbese e ancora il giovane Alfiere della Repubblica Francesco Barberini, esperto di ornitologia della tradizione e l’architetto Renzo Chiovelli che si soffermerà sugli esempi locali di patrimonio verde da salvaguardare. Nel corso della conferenza verrà ricordato, inoltre, il professor Giovanni Carbonara, ad un anno dalla scomparsa.

Delle strutture architettoniche vegetali ancora presenti sulle alture collinari intorno all'abitato aquesiano che facevano parte di parchi di famiglie signorili – in cui sono presenti roccoli per l’uccellagione ed altri impianti concepiti a scopi ricreativi – il più esteso è il Parco della Piantata Cozza-Nardelli che si estende su una lunga lingua di terreno, partendo dalla Via Cassia con un'ampia cancellata tra pilastri in pietra realizzati ad inizio XX secolo, e raggiungendo il roccolo attraverso un lungo viale alberato. Questo, così come quello appartenuto alla Famiglia Taurelli, posto su un’altra altura, a Nord del centro storico, sono entrambi strutturalmente del tipo classico.

Costituiti da un "colonnato" di piante arboree potato come un ampio pergolato, dalla pianta circolare, così da poterci installare le reti impiegate per la cattura degli uccelli. La struttura vegetale è contornata da alberi d’alto fusto e, al centro, si apre il "tondo" in cui si trovano piante con bacche dove venivano posti vari tipi di richiami per attirare gli uccelli. Un edificio o torretta in muratura, posto sul lato a monte del roccolo, costituiva la postazione dell’uccellatore e serviva anche da casa di caccia. Una torretta ancora dotata di tutti gli ambienti necessari, è presente anche in un’altra tenuta in prossimità delle mura urbane, realizzata nell’800 dalla Famiglia Antonaroli Feliziani.

L'ingresso è libero.

Nella foto d'apertura il Roccolo di Pieve Tesino, in Trentino.

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