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Chiesa di Santa Maria dei Servi senza segreti per "Tesori dell'Urbe"

lunedì 13 marzo 2023
di D.P.

Nuovo appuntamento con "Tesori dell'Urbe", la rassegna ideata dal presidente dell'Unitre, Riccardo Cambri, e dedicata alla riscoperta di siti, luoghi, ambienti e monumenti, a volte anche poco noti, ma presenti e caratterizzati da particolari pregio ed interesse. Ancora una volta sarà Raffaele Davanzo a condurre la visita rivelando i segreti del bene culturale di turno che giovedì 30 marzo alle 11 sarà la Chiesa di Santa Maria dei Servi, al civico 122 di Corso Cavour.

"Orvieto – anticipa l'architetto – fu una delle città medievali italiane che, dopo il 1240, accolse gli insediamenti di tutti gli Ordini mendicanti: Francescani, Domenicani, Agostiniani, Servi di Maria e, già agli inizi del secolo successivo, i Carmelitani. Eccetto questi ultimi, tutti scelsero zone periferiche, quasi sui bordi della Rupe. Da una parte perché ingrandirono chiese pre-esistenti di secondaria importanza dove si erano inizialmente insediati.

Dall'altra perché proprio in quelle zone vivevano i ceti più poveri, quelli da poco immigrati in città e che, in un certo senso, rappresentavano il proletariato a cui tutti i mendicanti si rivolgevano di preferenza. L'Ordine dei Servi di Maria si insediò nella zona della Parrocchia di San Martino, all'estremità Nord-Orientale della città. Anche i Serviti, come gli altri ordini mendicanti, vollero una chiesa molto particolare.

L'unica navata era a forma di trapezio, cioè si allargava visibilmente verso l'abside per permettere che un grande numero di persone potesse addossarsi verso l'altare, per meglio ascoltare le predicazioni. Ma è una configurazione planimetrica che non è più ravvisabile perché, alla metà dell'Ottocento, l'architetto Virgilio Vespignani, lo stesso che aveva progettato in quegli anni il Teatro Mancinelli, praticamente inserì nella vecchia chiesa una nuova.

Neoclassica, più precisamente neo-palladiana. Da notare, infatti, il colonnato trasparente dietro l'altare, cioè con le colonne libere, ad imitazione della chiesa del Redentore a Venezia". Nel corso della visita – trenta, i posti disponibili – si vedranno anche alcuni resti della chiesa medievale costruita nel 1259 in stile gotico e, specialmente, l'antica abside – e poi sacrestia – con una serie di affreschi del primo '500.

Per ulteriori informazioni e prenotazioni:
338.7323884 – uni3-orvieto@alice.it