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Andrea Crisanti parla delle "Metodologie genetiche per il controllo della malaria"

giovedì 1 dicembre 2022

Su iniziativa dell'Istituto Storico Artistico Orvietano è in programma per venerdì 9 dicembre alle 17.30 al Museo Emilio Greco, gentilmente concesso dall'Opera del Duomo di Orvieto, la conferenza sul tema "Metodologie genetiche per il controllo della malaria" a cura di Andrea Crisanti, docente presso l'Università degli Studi di Padova.

"Conosciamo tutti il professor Crisanti - afferma il presidente, Raffaele Davanzo - per il suo ruolo nella battaglia non ancora conclusa contro il Covid. Ma proprio il Covid, in tema di salute globale, ha messo in secondo piano altre emergenze sanitarie che restano molto gravi. Anzi, si sono aggravate. La crisi economica ha avuto un impatto severo specialmente nei Paesi in via di sviluppo: sono saliti i casi di malaria e di tubercolosi, il che, come primo effetto, ha portato purtroppo ad un aumento della mortalità infantile nelle aree prive di risorse.

Una stima dell'OMS ha calcolato, già nel 2018 e quindi prima dell'impatto del Covid, ben 228 milioni di casi di malaria con 405.000 vittime, per la maggior parte bambini sotto i 5 anni. Come ben sappiamo, visto che l'Italia è stata a lungo colpita da questa malattia, il protozoo parassita unicellulare (il Plasmodium Falciparum) si trasmette attraverso la puntura delle zanzare anofele femmine infette.

La tecnica elaborata dal professor Crisanti con i colleghi dell’Imperial College di Londra si basa su un principio genetico molto semplice. La doppia catena elicoidale del Dna si può rompere. Il programma prevede di agire alterando un gene denominato doublesex, coinvolto nella differenziazione delle femmine di tutti gli insetti. Questo gene si presenta in entrambi i cromosomi; e se si inserisce un gene “forbice” (l'arma segreta!), cioè ingegnerizzato per tagliare il gene doublesex, a questo punto scatta un meccanismo di "riparazione" che copia il gene ingegnerizzato, rendendo infertile la zanzara femmina.

L’introduzione delle zanzare geneticamente modificate in una popolazione porta ad arrestarne la capacità riproduttiva nell’arco di alcune generazioni. Si tratta quindi di una tecnica che prevede la soppressione di una specie, sia pure dannosa per la salute dell’uomo e causa di mezzo milione di vittime l'anno. Problema bioetico: qual è il limite che può raggiungere l'uomo nell'intervenire così pesantemente sui cicli della Natura? Dal punto di vista bioetico, gli scopi di queste ricerche devono essere infatti condivisi dall’opinione pubblica, entro un dibattito diffuso e di alta serietà umanistica e scientifica".