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Giancarlo Capaldo presenta il romanzo "La ragazza scomparsa"

lunedì 28 novembre 2022

Dopo il successo de "I delitti di via Margutta", il nuovo noir di Giancarlo Capaldo racconta il fascino sordido e i vizi indicibili e sconosciuti della Città Eterna. Dalla penna del magistrato che ha indagato
sul Vaticano, sulla Banda della Magliana, su Emanuela Orlandi e su alcuni tra i più grossi scandali che hanno coinvolto prelati, magistrati, agenti segreti, politici e finanzieri arriva "La ragazza scomparsa". Il libro sarà presentato sabato 3 dicembre alle 17.30 alla Rocca dei Papi di Montefiascone.
 
"Il Principe Gian Maria Ildebrando del Monte di Tarquinia e la moglie Gloria, insieme al loro fido maggiordomo inglese Oliver - si legge nella sinossi - dovranno districare un intrigo internazionale legato allo Ior, la banca del Vaticano, e si imbatteranno nella scomparsa a Roma di una giovane ragazza di sedici anni, Eloisa.

Tutto ha inizio da un misterioso conto corrente di imponente consistenza, aperto presso la banca vaticana e denominato Alea iacta est, che Anna Chiara, amica della principessa Gloria, ha ricevuto in eredità dal marito Adolfo Marcucci, finanziere intimo di papi e cardinali, personaggio chiave per gli equilibri all’interno delle mura leonine.

Il terzetto, già protagonista de I delitti di via Margutta, si mette sulle tracce del conto sottratto all’amica dei principi e interpella Luciano, l’uomo che custodisce i più reconditi segreti di numerosi notabili in Italia e all’estero. Luciano però mette subito in guardia i principi: è materia che scotta, può essere pericoloso cercare la verità.

La soluzione, tanto anelata quanto inattesa, è anche la chiave giusta per far luce su una storia tragica, ma molto importante, che rischia di macchiare per sempre l’immagine del Vaticano; una storia che si snoda tra ragioni di Stato, interessi privati e vizi disonorevoli, e coinvolge anime candide, eminenti cardinali e boss criminali.

Anche questa volta i principi riceveranno aiuto dall’Anonimo, ora divenuto papa con il nome di Giovanni Paolo III, a cui spetta di contemperare le ragioni della Storia e le ragioni di Dio.
L’avvincente romanzo di Capaldo, sostenuto da uno stile ironico e tagliente, sembra suggerirci che là dove, per incapacità, impossibilità o dolo, non arriva la verità giudiziaria, può intervenire la ricostruzione romanzesca, che talvolta tanto romanzesca non è".

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