Quando Luigi Pirandello soggiornava tra i castagneti della Tuscia

Drammaturgo, scrittore e poeta insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 1934, Luigi Pirandello è considerato tra i più importanti drammaturghi del XX secolo per la sua produzione prolifica fatta di novelle e racconti brevi in lingua italiana e siciliana e circa 40 drammi, l'ultimo dei quali incompleto, le tematiche sociali affrontate e l'innovazione apportata nello scrivere per il teatro.
Nato a Girgenti nel 1867 e morto a Roma nel 1936, per alcuni estati negli anni Dieci del Novecento è stato villeggiante a Soriano nel Cimino, nel cuore della Tuscia, dove si recava su consiglio del suo "Maestro" Ernesto Monaci con la moglie Antonietta Portulano, bisognosa di quiete ed aria salubre, e i figli Stefano, Fausto e Lietta, soggiornando in una villetta tra i castagneti della Bastia. Tanto basta a fare di lui un "Vip in Tuscia".
A parlarne, con l’ausilio della voce recitante di Marcello Arduini, dopo l'introduzione del console Vincenzo Ceniti, venerdì 28 febbraio alle 16.30 a Palazzo Brugiotti, nello scenario barocco della Sala delle Assemblee della Fondazione Carivit, in Via Cavour 67, Viterbo, sarà Rino Galli in occasione del secondo appuntamento dei "Pomeriggi Touring 2020" promossi dal Touring Club di Viterbo con il patrocinio della Fondazione e la collaborazione di Fidapa, Associazione Nimpha e Inner Wheel.
All'incontro sarà presente anche Giovanna Carlino, vedova di Pierluigi Pirandello (1928-2018), nipote del grande drammaturgo siciliano, che d'estate ha più volte frequentato con il marito il Lido di Tarquinia ed è stata una sua preziosa collaboratrice quando, nonostante la professione di avvocato, era impegnato nel suo salotto romano in numerose iniziative culturali quali vernissage, presentazione di libri, incontri letterari e recital.
Dal padre Fausto (1899-1975), apprezzato artista della cosiddetta Scuola Romana, Pierluigi aveva appreso l’amore per la pittura a sua volta ereditata dal nonno – da giovane posò per lui in un ritratto – che si dilettava a dipingere quadri – anche nei soggiorni di Soriano nel Cimino – e bozzetti teatrali delle sue commedie. Nel 2011, Pierluigi creerà la Fondazione Fausto Pirandello organizzando numerose mostre itineranti.
Luigi Pirandello con la famiglia a Soriano nel Cimino. Sullo sfondo Castello Orsini
Rino Galli, invece, è autore di numerosi libri e saggi pubblicati su riviste nazionali e internazionali, con lunghi trascorsi nel Centro di Studi sul Teatro Medioevale e Rinascimentale. Orientando l’interesse verso diverse forme di spettacolo, ha ampliato la propria indagine avvicinandosi alla ricerca di tipo antropologico, studiando differenti esempi di teatro popolare. Inevitabile, dunque, l'incontro con l'uomo delle maschere in cerca d'autore e delle molteplici identità.
A Soriano nel Cimino, Luigi Pirandello – trasferitosi a Roma con la famiglia alla fine dell'800 – scrisse due novelle ambientate nel "paesello di montagna", come lo chiamava, con la piazzetta, la farmacia, le case patinate dalla storia, il castello, il campo di tiro a segno e quant'altro. "Canta l'epistola" ha per protagonista Tommasino Unzio, un giovane suddiacono che abbandona il seminario per una vita mistica e contemplativa a stretto contatto con la natura che lo porterà a morire per un filo d’erba.
In "Rondone e Rondinella", invece, si descrive in dettagli intriganti l’amore clandestino di due amanti che d’estate si ritrovano proprio a Soriano nel Cimino, nella villetta presa in affitto dal farmacista del posto. Tra antiche pietre e possenti castagni che fanno il verso del mare, Pirandello trasforma così in poesia anche alcuni pensieri rivolti a un bosco, un ulivo, uno stormo di uccelli. "Pian de la Britta, che fragor di mare/ fan questi tuoi castagni alti e possenti!/ Ma l’ombra, sotto, qua e là di rare/ luci trafitta, ire non sa di venti,/ e tra tanto fragor sospesa pare...".
"Il relativismo psicologico – annota il relatore dell’incontro – fu la teoria cui approdò Pirandello dopo aver frequentato le rappresentazioni della realtà in senso veristico, come ci mostra la sua ampia raccolta di novelle. Quella teoria, tuttavia, ebbe la migliore esplicitazione nella produzione drammaturgica. Il teatro, infatti, che è vita rinascente sulle tavole del palcoscenico prospetta in tutta la loro pienezza, le tensioni morali e sentimentali che agitano l’esistenza di uomini e donne.
Ed è per questo che egli si chiese ad un certo punto della sua storia di letterato cosa fosse il teatro. Rispose attraverso lo stesso teatro, scrivendo ben tre drammi sull’argomento. Il viaggio della sua ricerca di letterato e di attento osservatore dei moti dell’animo umano, dalle novelle scritte durante i giorni di vacanze in quel di Soriano, lo portò alla scoperta della vivacità del dialogo, al confronto tra i corpi, che, non si sa per quale magia, sono creduti veri, come se fosse la vera realtà".

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