economia

Slp Cisl: "Il rischio privatizzazione delle poste potrebbe avere preoccupanti ricadute anche nell'Orvietano"

giovedì 2 maggio 2024

Cresce la preoccupazione rispetto alla privatizzazione di Poste Italiane. A mettere in guardia rispetto ai potenziali rischi e alle conseguenti ricadute occupazionali sul territorio, all'indomani della giornata del 1° Maggio che ha portato in piazza i sindacati, è la Slp Cisl, rappresentata dal segretario, Marco Carlini.

"Il rischio privatizzazione – spiega – potrebbe avere preoccupanti ricadute anche nell'Orvietano, che conta 60 impiegati e 35 portalettere. La preoccupazione riguarda non solo l’occupazione, ma anche e soprattutto l’erogazione di un servizio essenziale. Da registrare la necessità di stabilizzazione espressa da un centinaio di precari umbri. Salvaguardare posti di lavoro significa tutelare la collettività e soprattutto quella parte di popolazione più debole e anziana che, vivendo in un’area interna, riconosce a questo servizio anche un respiro sociale”.

Dello stesso avviso il responsabile dei pensionati della Cisl di Orvieto, Raffaello Trentini, che riconosce ruolo ed importanza dei quattro uffici orvietani. "Questi – spiega il segretario Slp Cisl di Terni, Danilo Corpetti – fanno parte dei 67 uffici postali mercato-privati, 3 centri primari di distribuzione e 2 presidi decentrati nella provincia. In totale si contano circa 600 addetti tra portalettere e sportellisti. La carenza occupazionale è forte e l'idea di andare incontro alla privatizzazione genera complicazioni: l'azienda potrebbe razionalizzare le risorse e utilizzare diversi tipi di contratti”.

Per Riccardo Marcelli, segretario regionale Cisl, “se l’idea è quella di far cassa svendendo parte degli gioielli di famiglia, la Cisl si opporrà. Abbiamo già visto gli effetti di questa impostazione negli anni Novanta, e ne paghiamo ancora oggi le conseguenze con l’impoverimento della quantità, della qualità ed efficienza dei servizi, soprattutto con ricadute negative sull'Orvietano”.