economia

Fai Cisl: "Migranti in agricoltura, componente strutturale. Formazione essenziale per una piena cittadinanza"

mercoledì 15 marzo 2023

"I lavoratori agricoli stranieri in Italia sono oltre 358.000, il 31% del totale, provengono da 164 Paesi diversi e il 67% di loro sono non comunitari: parliamo di persone e famiglie che sono diventate una componente strutturale del made in Italy e che necessitano pertanto anche di una piena cittadinanza da riconoscere necessariamente con la formazione intesa come crescita umana e professionale".

Così il segretario generale della Fai-Cisl nazionale, Onofrio Rota, assieme al segretario generale Fai Cisl Umbria Simone Dezi, ha spiegato mercoledì 15 marzo a Deruta gli obiettivi del progetto “Fai di più – Scuola”, promosso dalle strutture regionali di Cisl, Fai-Cisl, Terra Viva, Anolf e Ial. Una sinergia che darà il via a breve a un primo corso gratuito di lingua italiana per circa 50 stranieri impiegati in agricoltura.

Nel 2022 – è emerso dall’incontro, alla presenza del sindaco, Michele Toniaccini – l’agroalimentare ha generato oltre 72 miliardi di ricchezza e ha superato i 60 miliardi di export, incidendo per il 9% sull’export totale nazionale. La componente dei lavoratori immigrati tende a crescere ed è diventata essenziale per questa crescita.

Anche in Umbria, dove gli immigrati sono il 10,7% della popolazione, 91.658, di cui oltre 70.000 in provincia di Perugia, il comparto primario – hanno spiegato i promotori del progetto – si conferma tra i più attrattivi per la manodopera straniera dopo i settori dei servizi, dell’industria e dell’edilizia. Le aziende agricole che assumono sono poco più di 2.550, i dipendenti 15.600, di cui il 93% operai.

Tra questi, i lavoratori stranieri sono oltre 5.900, cioè il 41% dei braccianti, di cui l’82% sono non comunitari. Le prime collettività sono quella romena, albanese, marocchina, seguite da quella ucraina, ecuadoriana e cinese.

"Ma è cresciuta molto – ha detto Abdeillah Amahdar, presidente dell’Anolf Umbria – anche la componente femminile, che da noi ha raggiunto il 55,2% degli stranieri, inoltre i permessi di soggiorno sono legati in maggioranza a ricongiungimenti familiari e lavoro: tutti fattori che confermano il fatto che negli ultimi anni in regione l’immigrazione si è consolidata stabilmente nel tessuto sociale e produttivo, e che ci spingono a investire sulla formazione linguistica per promuovere una vera integrazione sociale e culturale e di conseguenza rafforzare le competenze dei lavoratori e la resilienza delle imprese".

"Abbiamo un’urgenza manodopera in agricoltura – ha aggiunto il segretario della Cisl regionale, Angelo Manzotti – alla quale bisogna rispondere mettendo in campo azioni formative concrete: i lavoratori agricoli vanno preparati rispetto alle esigenze della nuova agricoltura, sempre più multifunzionale e preziosa anche per il nostro territorio”. La sfida formativa è condivisa anche dallo Ial Umbria, che attraverso il presidente Osvaldo Cecconi ha garantito pieno sostegno al progetto illustrato durante l’incontro.

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