economia

La relazione dell'assessore al bilancio Massimo Gnagnarini

martedì 18 aprile 2017
La relazione dell'assessore al bilancio Massimo Gnagnarini

Di seguito, in forma integrale, la relazione con cui l'assessore al bilancio, Massimo Gnagnarini ha aperto la seduta dedicata al Bilancio annuale di previsione per l’esercizio 2017, Bilancio pluriennale per il triennio 2017/2019 e nuovo DUP/ Documento Unico di Programmazione.

“Siamo giunti a metà strada, o al giro di boa, di questa ‘regata’ amministrativa, avendo però già messo in tasca importanti obbiettivi che ci eravamo prefissati di raggiungere solo come traguardo finale tra questi: il completamento del risanamento finanziaro attraverso l'azzeramento del deficit storico e l'uscita dell'Ente dallo stato di predissesto; la riduzione delle tasse locali con un abbattimento medio del 25% rispetto ai massimi storici che si erano raggiunti negli anni scorsi; la forte ripresa degli investimenti comunali con oltre 10 milioni di euro stanziati in bilancio nel prossimo triennio per servizi e opere pubbliche ai quali si aggiungono altrettante risorse straordinarie del Progetto Aree Interne.

Missione compiuta si potrebbe dire? In diversi devono averlo pensato giacché, nei giorni scorsi, certi rumors davano già per conclusa con successo questa consigliatura con tanti meriti per passare, invece, a una fase successiva improntata alla progettualità e una più avanzata visione futura della città. Siamo d'accordo! Tuttavia se Orvieto è tornata ad essere un Comune virtuoso, se oggi siamo qui a discutere di come allocare e ridistribuire le risorse che si sono rese disponibili è perché questa amministrazione e chi la sostiene si è fatta carico, in questi tre anni, di trovarle e di stabilizzarle le risorse necessarie.
Si è fatta carico di attuare un progetto che è politico e che contiene in se una visione futura della città ovvero quello di come mettere a reddito la città, e quindi di scegliere come gestire i suoi maggiori asset, primo fra tutti quello del turismo, e di come finanziare i servizi da erogare ai suoi cittadini.

Parcheggi, tassa di soggiorno, lotta all'evasione, ottimizzazione della gestione del patrimonio e dei beni culturali, i controlli e le verifiche sull'occupazione del suolo e delle insegne pubblicitarie, il rigore della spesa compresa quella per il personale non sono, come suggerito dal mantra della propaganda politica avversaria, un insieme di misure emergenziali e scollegate o peggio una fila di dispetti compiuti a danno dei cittadini e degli operatori economici della città. Si tratta, invece, dei pilastri strutturali delle nuove entrate indispensabili per una politica di bilancio che, ormai da anni come tutti sanno e tutti dovrebbero sempre rammentare, deve fare i conti con i pesanti tagli e in molti casi con l'azzeramento dei trasferimenti delle risorse finanziarie statali e regionali.

Per amministrare la città non basta più esser bravi a ridistribuire i pezzettini di ricchezza nazionale come ci arrivava una volta, e parlo sia della ricchezza vera raccolta dall' erario che di quella finta più disgraziatamente rinveniente attraverso la crescita del debito pubblico, ormai qui, come in ogni altra comunità locale, cerchiamo la nostra strada, attiviamo le nostre leve economiche assumendocene tutti i rischi politici che tutto ciò comporta. Questa è la realtà i cui contorni sono ben chiari a questa amministrazione che ne ha piena consapevolezza e non saranno certo le spinte per la ricerca del consenso facile a minarla o a ridimensionarla.

Se volessimo solo galleggiare politicamente cioè senza pestare i piedi a nessuno o se scivolassimo in un beato mantenimento dello status quo senza continuare a incrociare interessi e abitudini men che utili alla collettività ma ancora fortemente radicati, se anche noi tornassimo a pensare che l'ombellico della crisi del nostro, come di tutti gli altri centri storici, siano i parcheggi a pagamento e non invece i cambiamenti radicali delle abitudini, del modo di effettuare gli acquisti, di incontrarsi e così via, se smettessimo di interpretare questa realtà rifugiandoci in soluzioni facili ma del tutto illusorie ed inefficaci, allora, credetemi, non si potrebbe aprire alcuna nuova fase politica per lo sviluppo della città e forse finirebbe anche la speranza di poter mantenere le ragioni stesse dell'esistenza di una comunità locale come la nostra. Ciò vale specialmente per Orvieto le cui caratteristiche economiche e socioculturali la pongono storicamente ai vertici delle graduatorie di spesa per il welfare e per la cultura.

Orvieto è in vetta alle classifiche regionali per la spesa in Cultura e in Welfare
Vi do un dato secco. Questo bilancio comunale 2017-2019 contiene, per il prossimo triennio, una spesa complessiva solo per la gestione del Teatro Mancinelli pari a 1.200.000 euro. Sotto il profilo statistico e comparativo appare come una follia, ma su quello locale è tutta un'altra storia. La somma è certamente gonfiata da spettanze che spettavano alla TeMA negli anni passati e che non furono onorate e che oggi questa amministrazione si fa carico di onorare. Ma l'elenco potrebbe continuare: Questo bilancio rilancia la Scuola di Musica comunale che era stata praticamente abbandonata a se stessa senza un euro mentre ora andiamo a riaffidarne la gestione con uno stanziamento annuo di circa 50.000 euro, torna a rivivere con apposito stanziamento di fondi il Progetto Rodari anch'esso abbandonato nel corso della passata consigliatura e così via.

Ma in questo bilancio c'è anche il mantenimento dei servizi sociali ai livelli storicamente più alti di prestazioni e ciò è possibile perché siamo intervenuti con mezzi propri dell'Ente supplendo così ai tagli che sono stati operati dalla Regione; così come in bilancio ci sono maggiori risorse per il settore turismo e la promozione della città nonostante, anche qui, scontassimo l'azzeramento dei trasferimenti regionali in questo settore. Certo il sostegno e il rilancio di questi standard qualitativi sul sociale e sulla scuola sono tutte cose che fanno meno rumore mediatico di una buca non riparata in ritardo oppure di un'aiuola lasciata con l'erba alta. E' positivo che oggi faccia più rumore e addirittura ci si indigni per un ascensore fermo per due giorni in più del dovuto durante la sua manutenzione straordinaria, rispetto alla rassegnazione di quando, per anni, su dieci impianti di mobilità alternativa non ne hanno mai funzionato più di 3 o 4 insieme a differenza di ora che ne funzionano 10 su 10. E' un segno positivo che sta a dimostrare che la città è cresciuta civilmente e politicamente e che i cittadini sono tornati a credere nella loro città , meno tolleranti rispetto alle inerzie ed esigendo sempre di più. Criticare il Comune e la sua amministrazione oggi, non appare più come fino a ieri, uno sparare sulla Croce Rossa.

Il DUP 2017-2019 e il lancio della seconda fase della consigliatura.
Nel documento di programmazione trovate tutto quello che c'è scritto ma non trovate tutto quello che di nuovo accadrà nel triennio. La ragione è semplice il DUP può registrare solo le cose da mettere in campo in funzione delle risorse finora accertate in bilancio cioè ad oggi e non invece tutte quelle da acquisire e che l'amministrazione è impegnata a perseguire. Inoltre il DUP è costruito in funzione di un quadro normativo del momento che, però, è in continua evoluzione. Per questo motivo il DUP di quest'anno è diverso da quello dell'anno scorso e risulterà diverso da quello che approveremo l'anno prossimo. E' una ovvietà prevista dal legislatore stesso quando ha introdotto l'istituto della cosiddetta nota integrativa del DUP da redigere ogni anno.
Ho fatto questa premessa perché voglio qui accennare allo stato attuale e a quello evolutivo delle risorse, non solo finanziarie ma anche umane, che nel medio periodo caratterizzeranno una ineluttabile trasformazione della macchina comunale che deve coincidere e perfezionarsi in funzione dell'attuazione delle politiche comunali fissate dal programma di governo del Sindaco e peraltro, nei giorni scorsi, rilanciate e puntualizzate dalle forze politiche che sostengono questa maggioranza consigliare.

I fatti sono i seguenti:

- entro i prossimi 5 anni la metà del personale del Comune andrà in pensione

- l'uscita dal predissesto e le recentissime modifiche alle norme sul turnover ci consentiranno, anzi diventa doveroso, di procedere gradualmente a decine di nuove assunzioni

- nelle prossime settimane l'amministrazione procederà a un primo esame dei fabbisogni da inserire nel previsto Piano comunale: servono figure professionali nuove e anche diverse da quelle in uscita come tributaristi, informatici, dottori in scienze dei beni culturali e del turismo, agenti di polizia urbana e amministrativa solo per citarne alcune

- Questa amministrazione ha fissato nella delibera di Giunta del dicembre scorso lo schema e la scelta del modello organizzativo, mentre con qualche ritardo, in queste settimane, si sta concludendo la parte della riorganizzazione in capo ai dirigenti apicali dei cinque settori in cui si articola l'organizzazione disegnata dalla Giunta.

- E' un processo complesso, quello della riorganizzazione comunale, che sarebbe fuorviante ridurre al solo confronto tra sindacati e giunta comunale. Coinvolge invece i dirigenti comunali stessi che non sono, come qualcuno pensa, dei semplici dipendenti che prendono lo stipendio doppio, ma rappresentano invece organi dell'amministrazione stessa ai quali la legge conferisce specifiche ed esclusive responsabilità e prerogative che essi esercitano in modo autonomo. Coinvolti infine sono i cittadini verso i quali la riorganizzazione deve essere rivolta per facilitare il rapporto e l'erogazione dei servizi.

E' dall'avanzamento di questo processo interno già iniziato che, nei prossimi mesi, potremo dare soluzioni operative più puntuali ai nostri programmi e attuare concretamente una serie di reinternalizzazioni di servizi c attività come è stato appropriatamente auspicato nella recente conferenza stampa tenuta dai vertici del maggior partito di Orvieto. Tuttavia il Bilancio, il Dup, i Partiti e questa stessa Assise non esauriscono il parterre che è chiamato a svolgere i compiti per lo sviluppo economico della città. Esso è formato da tutti gli operatori economici e culturali, dai professionisti e dalle centinaia di associazioni che arricchiscono la nostra città. Nessuno ha la bacchetta magica e nessuno può imporre la sua visione, tuttavia sarebbe utile che almeno tutti ci sforzassimo sempre di alimentare con convinzione e reciprocità tre cose che sono le basi del progresso di una comunità locale: Fiducia, condivisione e rispetto dei ruoli”.

Fonte: Comune di Orvieto

 


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