economia
Qualche tappa della storia della CRO
giovedì 29 settembre 2005
La Banca nasce il 17 novembre 1852, con la promulgazione del Rescritto Pontificio che approvava l’istituzione di una Cassa di Risparmio in Orvieto e il relativo regolamento: giungeva così a conclusione l’iniziativa dell’avvocato Pietro Antonio Valentini, che con altri 39 amici orvietani costituì una “Società Anonima”, in cui ciascuno sottoscrisse un’azione da 10 scudi.
La Cassa cominciò a funzionare nella prima sede di Via Cipriano Manente il 2 febbraio 1853, aprendo uno sportello al pubblico nelle mattine di domenica e mercoledì. Già in quell’anno la sede subì un primo trasferimento, trasferendosi nel Palazzo del marchese Filippo Gualterio in Piazza San Giuseppe.
Il primo bilancio (nella foto), si chiuse al 31 dicembre 1853 con un utile di 7,74 scudi romani (41 lire), un capitale sociale di 44 azioni per complessivi 440 scudi (2.341 lire), l’emissione di 132 libretti di deposito per complesivi 2.319 scudi (12.337 lire).
Negli anni di costituzione del Regno d’Italia la Cassa si adegua alle mutate condizioni politiche ed economiche senza eccessive scosse. Il Regno d’Italia riconosce come “Società Anonima” la Cassa di Risparmio di Orvieto con Decreto 17 dicembre 1863 di S.M. il Re Vittorio Emanuele II.
Con l’annessione di Orvieto al Regno la Banca non solo dovette cambiare moneta (da scudi a lire), ma dovette adeguarsi alla nuova legislatura civile e fiscale.
Infatti, la legge 20.11.1859 classificò le banche come Opere Pie, le pose sotto la sorveglianza del Ministero dell’Interno e le assoggettò alla tassa di manomorta.
La prima erogazione di beneficenza della banca è registrata in bilancio nel 1870 e consiste in 60 lire versate a favore dell’Asilo Infantile di Orvieto.
Nel 1874 la banca trasferì la propria sede a Palazzo Bizzarri, in Via del Duomo.
Nel 1876 iniziò il primo versamento, di 1.000 lire, a titolo di beneficenza per la costruzione e installazione di un grande orologio sulla Torre del Moro.
Nel 1885 la Cassa si trasferì, ancora in affitto come nei precedenti palazzi, al pianterreno di Palazzo Ottaviani, nell’attuale sede di Piazza della Repubblica.
Nel 1892 la banca assunse la gestione dell’Esattoria Consorziale di Orvieto, che venne confermata fino alla riforma esattoriale del 1989.
Tra il 1897 e il 1900 la Cassa acquistò lo stabile di Palazzo Ottaviani, ad eccezione di un appartamento al primo piano che fu poi acquistato nel 1921: finalmente una sede propria, centralissima e pienamente rispondente alle necessità.
Nel 1911 la Cassa aderì alla Costituzione dell’Associazione fra le Casse di Risparmio (Acri) e dell’Istituto di Credito delle Casse di Risparmio (Italcasse).
L’8 maggio 1913 la banca aprì nella città di Bolsena la sua seconda filiale.
Gli anni della prima guerra mondiale furono certamente difficili e i bilanci degli anni 15-16 si chiusero con utili molto modesti. Dopo la transizione dall’economia di guerra a quella del dopoguerra, il bilancio del 1921 si presentò con un notevole utile e con un patrimonio che superava il milione di lire.
Nel 1927 la legge 269, per facilitare la vigilanza governativa sulle Casse di Risparmio, dispose di riunire questi Enti in Federazioni provinciali e interprovinciali. La Cassa di Orvieto si federò dunque in ambito provinciale con le Casse di Risparmio di Terni e Narni, in ambito regionale con le altre consorelle dell’Umbria.
Alla filiale di Bolsena si aggiungono, nel 1937, le nuove filiali di Orvieto Scalo, San Venanzo e Baschi, nel 1939 quella di Castel Viscardo, nel 1940 quella di Fabro.
L’espansione territoriale prosegue con l’apertura delle filiali di Guardea (1946), Montecchio, Montegabbione e Castel Giorgio (1947), Attigliano (1949) e Alviano (1950).
Per tutta la durata della seconda guerra mondiale e nel dopoguerra, la Cassa continua a progredire con ritmo normale, tanto che nel 1953, anno del primo centenario, l’ammontare dei depositi supera il miliardo di lire.
Nel 1952 la Cassa fa dono all’Ospedale di Orvieto del tavolo operatorio, completo di impianto di sterilizzazione e anestesia.
Nel 1963 la banca apre, in Corso Cavour, una filiale in città.
Dal 1963 inizia anche, con il sistema IBM, il processo di automatizzazione.
Nel 1973 la Cassa, per effettuare l’attività di leasing, assume la partecipazione nella società Federleasing di Roma.
Nel 1978 aderisce al progetto STACRI, che prevede il collegamento in tempo reale con l’intera rete bancaria per fornire notevoli vantaggi alla clientela nella richiesta di servizi.
Alla fine del 1980 i depositi superano i 100 miliardi di lire.
Nel 1982 la Cassa aderisce al progetto Bancomat.
Nel 1989 viene modificato lo Statuto della Cassa, per consentire l’emissione di quote di partecipazione da offrire ad altre banche, a soggetti privati e ad enti associativi.
Alla fine del 1990, i depositi raggiungono quasi 400 miliardi di lire e gli utili arrivano a quasi 2 miliardi.
Nel 1991 un passo importante della vita della Cassa di Risparmio è segnato dalla legge Amato 218/90, al cui adeguamento si deve la costituzione della Cassa di Risparmio di Orvieto Spa e la formazione di due soggetti giuridici separati, la società bancaria da un lato e l’ente conferente dall’altro, con la distinzione dei loro ruoli: quello creditizio delle banca e quello “no profit” della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto.
L’ultimo decennio del XX secolo è caratterizzato dall’espansione territoriale della Cassa, che prosegue nei successivi anni 2000.
Alla fine del 2004 i depositi superano i 447 milioni di euro e gli utili i 3 milioni di euro.
La Cassa cominciò a funzionare nella prima sede di Via Cipriano Manente il 2 febbraio 1853, aprendo uno sportello al pubblico nelle mattine di domenica e mercoledì. Già in quell’anno la sede subì un primo trasferimento, trasferendosi nel Palazzo del marchese Filippo Gualterio in Piazza San Giuseppe.
Il primo bilancio (nella foto), si chiuse al 31 dicembre 1853 con un utile di 7,74 scudi romani (41 lire), un capitale sociale di 44 azioni per complessivi 440 scudi (2.341 lire), l’emissione di 132 libretti di deposito per complesivi 2.319 scudi (12.337 lire).
Negli anni di costituzione del Regno d’Italia la Cassa si adegua alle mutate condizioni politiche ed economiche senza eccessive scosse. Il Regno d’Italia riconosce come “Società Anonima” la Cassa di Risparmio di Orvieto con Decreto 17 dicembre 1863 di S.M. il Re Vittorio Emanuele II.
Con l’annessione di Orvieto al Regno la Banca non solo dovette cambiare moneta (da scudi a lire), ma dovette adeguarsi alla nuova legislatura civile e fiscale.
Infatti, la legge 20.11.1859 classificò le banche come Opere Pie, le pose sotto la sorveglianza del Ministero dell’Interno e le assoggettò alla tassa di manomorta.
La prima erogazione di beneficenza della banca è registrata in bilancio nel 1870 e consiste in 60 lire versate a favore dell’Asilo Infantile di Orvieto.
Nel 1874 la banca trasferì la propria sede a Palazzo Bizzarri, in Via del Duomo.
Nel 1876 iniziò il primo versamento, di 1.000 lire, a titolo di beneficenza per la costruzione e installazione di un grande orologio sulla Torre del Moro.
Nel 1885 la Cassa si trasferì, ancora in affitto come nei precedenti palazzi, al pianterreno di Palazzo Ottaviani, nell’attuale sede di Piazza della Repubblica.
Nel 1892 la banca assunse la gestione dell’Esattoria Consorziale di Orvieto, che venne confermata fino alla riforma esattoriale del 1989.
Tra il 1897 e il 1900 la Cassa acquistò lo stabile di Palazzo Ottaviani, ad eccezione di un appartamento al primo piano che fu poi acquistato nel 1921: finalmente una sede propria, centralissima e pienamente rispondente alle necessità.
Nel 1911 la Cassa aderì alla Costituzione dell’Associazione fra le Casse di Risparmio (Acri) e dell’Istituto di Credito delle Casse di Risparmio (Italcasse).
L’8 maggio 1913 la banca aprì nella città di Bolsena la sua seconda filiale.
Gli anni della prima guerra mondiale furono certamente difficili e i bilanci degli anni 15-16 si chiusero con utili molto modesti. Dopo la transizione dall’economia di guerra a quella del dopoguerra, il bilancio del 1921 si presentò con un notevole utile e con un patrimonio che superava il milione di lire.
Nel 1927 la legge 269, per facilitare la vigilanza governativa sulle Casse di Risparmio, dispose di riunire questi Enti in Federazioni provinciali e interprovinciali. La Cassa di Orvieto si federò dunque in ambito provinciale con le Casse di Risparmio di Terni e Narni, in ambito regionale con le altre consorelle dell’Umbria.
Alla filiale di Bolsena si aggiungono, nel 1937, le nuove filiali di Orvieto Scalo, San Venanzo e Baschi, nel 1939 quella di Castel Viscardo, nel 1940 quella di Fabro.
L’espansione territoriale prosegue con l’apertura delle filiali di Guardea (1946), Montecchio, Montegabbione e Castel Giorgio (1947), Attigliano (1949) e Alviano (1950).
Per tutta la durata della seconda guerra mondiale e nel dopoguerra, la Cassa continua a progredire con ritmo normale, tanto che nel 1953, anno del primo centenario, l’ammontare dei depositi supera il miliardo di lire.
Nel 1952 la Cassa fa dono all’Ospedale di Orvieto del tavolo operatorio, completo di impianto di sterilizzazione e anestesia.
Nel 1963 la banca apre, in Corso Cavour, una filiale in città.
Dal 1963 inizia anche, con il sistema IBM, il processo di automatizzazione.
Nel 1973 la Cassa, per effettuare l’attività di leasing, assume la partecipazione nella società Federleasing di Roma.
Nel 1978 aderisce al progetto STACRI, che prevede il collegamento in tempo reale con l’intera rete bancaria per fornire notevoli vantaggi alla clientela nella richiesta di servizi.
Alla fine del 1980 i depositi superano i 100 miliardi di lire.
Nel 1982 la Cassa aderisce al progetto Bancomat.
Nel 1989 viene modificato lo Statuto della Cassa, per consentire l’emissione di quote di partecipazione da offrire ad altre banche, a soggetti privati e ad enti associativi.
Alla fine del 1990, i depositi raggiungono quasi 400 miliardi di lire e gli utili arrivano a quasi 2 miliardi.
Nel 1991 un passo importante della vita della Cassa di Risparmio è segnato dalla legge Amato 218/90, al cui adeguamento si deve la costituzione della Cassa di Risparmio di Orvieto Spa e la formazione di due soggetti giuridici separati, la società bancaria da un lato e l’ente conferente dall’altro, con la distinzione dei loro ruoli: quello creditizio delle banca e quello “no profit” della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto.
L’ultimo decennio del XX secolo è caratterizzato dall’espansione territoriale della Cassa, che prosegue nei successivi anni 2000.
Alla fine del 2004 i depositi superano i 447 milioni di euro e gli utili i 3 milioni di euro.
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