cultura

"Occasioni Farnesiane. L'ultima tradizione degli studi al Palazzo Farnese di Caprarola"

venerdì 7 novembre 2025

Proseguono con successo gli incontri delle Occasioni Farnesiane, secondo ciclo di conferenze organizzate a Palazzo Farnese in collaborazione con l'Istituto MIC delle Ville Monumentali della Tuscia, nell’ambito dei due PRIN a tema farnesiano curati dai docenti Unitus Paolo Marini, professore associato di Filologia italiana, e Enrico Parlato, professore ordinario di Storia dell’arte moderna, insieme ai professori Paolo Procaccioli, Fausto Nicolai e Pietro Giulio Riga.

Il ciclo prevede un ultimo appuntamento, in programma dopo la pausa estiva, venerdì 7 novembre alle 16 nella Sala Giove di Palazzo Farnese, dedicato alla presentazione del volume di Fabiano Tiziano Fagliari Zeni Buchicchio "Architetti e architetture negli archivi della Tuscia Farnesiana. Studi 1979-2019", indimenticabile e indimenticato studioso che sarà ricordato attraverso i suoi lavori da Margherita Eichberg e Yuri Strozzieri (Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e l'Etruria meridionale). Ingresso libero fino esaurimento posti.

Con questi incontri, all’interno del monumentale Palazzo Farnese si è tornati a parlare di chi creò il fasto della famiglia, consegnandoci edifici e opere d’arte, ma anche intriganti leggende più o meno fondate, talora da sfatare. Gli ultimi interessanti appuntamenti di giugno hanno condotto il pubblico ad approfondire i ritratti di Annibal Caro, con la relazione di Elisabetta Giffi, e la figura complessa di Pier Luigi Farnese, raccontata da Marcello Simonetta.

Nel pomeriggio del 7 giugno Elisabetta Giffi ha presentato un interessante viaggio nell’arte, concentrandosi sulla presenza della figura di Annibal Caro nell’affresco dei Fasti Farnesiani di Federico Zuccari a Palazzo Farnese di Caprarola. Qui il Caro è dipinto insieme a un’altra figura forse identificabile con Giovanni Pacini, medico di corte al servizio dei Farnese. “Come avviene spesso in questi casi - ha sottolineato Elisabetta Giffi - il ritratto scaturisce dalla sua immagine invecchiata, ispirata ad un dipinto del Bronzino risalente al 1527 e ormai perduto, che rappresenta l’allora giovane Caro”. Vengono anche mostrati notevoli abozzi di ritratti, considerati familiari e scherzosi, conosciuti come “cardinalini”, che possono essere associati a Ranuccio ed Alessandro Farnese, con allusione alla nomina nepotistica a cardinale di due fratelli praticamente adolescenti.

Caro torna protagonista anche nel rapporto epistolare con Taddeo Zuccari, che seguì durante l’affresco della Camera dell’Aurora a Caprarola, evidenziandone nel carteggio la grande tensione legata alle pressioni subite durante l’esecuzione dell’opera. Infine Elisabetta Giffi si sofferma sulla medaglia celebrativa di Caro, rappresentazione metaforica di un'identità, affaticata negli ultimi anni, dopo l’idilliaco rapporto con Ranuccio, uomo colto e gentile, e quello più complesso con Alessandro, che lo volle nella sua corte romana. Di lui Caro scrisse: “La grandezza del Farnese mi spaventa”.

Il 21 giugno è stata la volta di Marcello Simonetta, storico dell’età moderna che vanta una lunga esperienza di scavi nei giacimenti archivistici più rilevanti per lo studio del nostro Rinascimento. Simonetta ha presentato al pubblico la sua monografia sul controverso profilo di Pier Luigi Farnese. Il lavoro di Simonetta conferma la sostanza profonda della leggenda nera che caratterizza la storiografia antica e recente sul figlio di papa Paolo III che divenne primo duca del nuovo Stato creato per lui nel 1545 dal padre staccando Parma e Piacenza dai territori della Chiesa.

Numerose gli interventi e le domande dei presenti, interessati a approfondire dettagli della vita famigliare di Pier Luigi, a cominciare dal rapporto coi figli e con la moglie Girolama Orsini. Spunti di discussione assai preziosi sono stati infine offerti sull'intrigo della congiura che nel 1547 portò all'assassinio del duca per mano di un gruppo di aristocratici piacentini che agirono col supporto determinante di Ferrante Gonzaga, governatore di Milano per conto dell'imperatore Carlo V (alla ricostruzione della congiura Simonetta ha, tra l'altro, dedicato una successiva monografia uscita nel 2024).

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