Alla Galleria GIO la mostra personale di Jan Tandrevold "Connecting the Dots"

Sarà inaugurata venerdì 17 ottobre alle 18.30 alla Galleria GIO la mostra personale di Jan Tandrevold "Connecting the Dots. Paintings from Ireland, Italy and Jerusalem" che resterà aperta al pubblico, ad ingresso libero, fino a sabato 22 novembre dal venerdì alla domenica, dalle 17 alle 19,
GIO è la Galleria d’Arte no profit del Gordon College in Corso Cavour 411 a Orvieto, spazio per condividere idee con la Città, nella Città. Ha ospitato diverse mostre di giovani artisti emergenti e di altri artisti già affermati, locali ed internazionali, con l’intento di esplorare nuove e diverse modalità di pensare e di realizzare l’arte nel XXI secolo.
Jan Tandrevold è nato in Norvegia, dove ha studiato architettura alla Scuola di Architettura di Oslo - (AHO) e pittura con Egil Weiglin all’Accademia di Arte e Design di Oslo (SHKS). Jan ha trascorso la maggior parte della sua carriera lavorando come architetto e come docente di architettura. Centrali nel suo lavoro sono stati la visione e l’orientamento del corpo nello spazio. Per decenni, ha anche portato i suoi studenti in Italia per studiare in maniera intensiva i processi creativi e le modalità di pensiero che si inseriscono nella storia e nel flusso dell’arte e del design architettonico. Soltanto negli ultimi quindici anni è tornato a dipingere, dedicandosi in particolare alla pittura figurativa e paesaggistica.
In questo periodo Jan ha dipinto lungo un arco geografico simmetrico e unico che si estende da Gerusalemme all’Italia centrale, fino all’Irlanda e ritorno. Questi luoghi sono diventati per lui un percorso per collegare i punti della propria geografia personale attraverso la pittura all’aria aperta. Come contrappunto alla progettazione di forme costruite e piani urbanistici, i dipinti hanno rappresentato incontri rinnovati ed esperienze dirette con il paesaggio che offrono infinite varietà di luce, colore e forme naturali.
La pittura paesaggistica ha sempre definito i termini di un campo visivo. Traccia orizzonti e le sue forme sono tutte soggette al clima, all’atmosfera e, soprattutto, alla luce. Il pittore abita il processo di rappresentazione per tutta la durata dell’opera e deve confrontarsi con gli elementi cercando ciò che tiene insieme il dipinto.
Per Jan l’Italia è sempre stata uno spazio intermedio tra le verdi coste dell’Irlanda e la cruda luce del deserto del Medio Oriente. A unire questi luoghi è il cielo sovrastante, che funge da elemento di collegamento nella geografia dei suoi dipinti. E ognuno di questi tre specifici luoghi ha assunto una risonanza soggettiva diversa per il contesto in cui si sviluppa la pratica pittorica di Jan. In questi luoghi lui trova bellezza, significato e un senso di appartenenza. Se siamo attenti e pazienti con il nostro sguardo, potremmo vedere anche noi le stesse cose.
"Niente è più astratto della realtà" - Giorgio Morandi
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