cultura

Muore a 78 anni Stefano Benni. Addio al comico, spaventato, guerriero

martedì 9 settembre 2025
di Pierfrancesco Sampaolo

Si è spento a 78 anni lo scrittore bolognese Stefano Benni dopo diversi anni di ritiro a vita privata, per via delle sue condizioni di salute. Questo è quello che recitano i titoli dei giornali, in breve. Altri tentano di allargare il discorso e dipingere in qualche parola quello che Benni ci ha lasciato, fra una pagina e l'altra, fra un romanzo e l'altro, fra una parola e l'altra.

Non è facile, è vero. Stefano Benni non era uno scrittore come gli altri, anche se, a dire la verità, gli altri nemmeno sono scrittori come gli altri. In un seminario presso il teatro dell'Orologio di Roma di diversi anni fa, Benni raccontava di scrittura e insegnava metodo, trucchi del mestiere e ispirazioni varie. Più di tutto, cosa che colpì gli avventori, era presente la musica. Ornette Coleman, Nick Cave, David Bowie, Blues a profusione. Ora, chi conosce i romanzi di Benni forse potrà capire meglio.

Anche chi sta scrivendo adesso rimase attonito di fronte a una certa epifania: ecco cosa c'era di diverso, da dove veniva quell'attrazione, svergognata e famigliare allo stesso tempo. Ecco perchè si riusciva a viaggiare così lontano mentre si leggeva, perchè si diventava qualcun'altro vicini a Baol, ai Celestini, a Lucio Lucertola o nel Bar in fondo al mare. La musica c'entrava molto, faceva tutto il resto anche se non era espressa in forma ascoltabile.

Benni la sapeva raccontare attraverso le sue storie...anzi, no: Benni sapeva far vivere le sue storie come se fossero cantate. Forse per questo la "patafisica" si è impossessata di gran parte della sua scrittura: una specie di flusso sembrava prendere il controllo delle frasi che, per l'appunto, perdevano il controllo e ti portavano altrove, dove non si può capitare per caso.

Bizzarre, anarchiche, terribilmente popolari, familiari, di periferia, esultanti e sparate in cielo come fuochi d'artificio, così sono le storie che racconta Benni, imprevedibili. Oggi è un giorno triste per tutti, ma i personaggi e le loro vite rimangono, esultanti, periferici, ingombranti e imprevedibili come i fuochi d'artificio. Da qualche parte, faranno anche loro un bel funerale.

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