cultura

"Pulcinella va in collina", Vincenzo Salemme emoziona e diverte "La Terrazza. Incontri"

sabato 23 agosto 2025
di Livia Di Schino

Tante verità per una realtà. Così nella politica, nella vita e in scena. Quando l'attore si esibisce dà forma ad un personaggio inesistente, o meglio esistente solo sulla carta, attraverso sé stesso. Una verità, la propria, nell'interpretazione. "Ma la realtà è un'altra cosa". Vincenzo Salemme, nella serata di giovedì 21 agosto, a "La Terrazza - Incontri" a San Casciano dei Bagni con l'annunciato incontro "Pulcinella va in collina" ha fatto sorridere, ridere, ma ha offerto anche diversi spunti di riflessione, mettendosi a nudo, raccontando sé stesso e la propria storia, non solo professionale. Un'ora e mezzo per una chiacchierata con il giornalista Marco Molendini in una Piazza Matteotti gremita.

"Le fragilità sono ben diverse dalle debolezze - ha affermato, con piacevole e caratteristica inflessione napoletana - sono una ricchezza. E lo ripeto anche a chi vuole fare l'attore". Questo perché sono elementi distintivi della persona, dell'identità, dell'unicità esistenziale. Nel raccontare aneddoti della sua lunga carriera nella quale, a suo dire, l'attore deve recitare quello che gli si presenta cogliendo le varie opportunità, tentando di avere meno interruzioni possibili, ha rivissuto nelle sue parole anche il grande maestro: Eduardo De Filippo. Suo maestro, ma anche e soprattutto emblema di una città, Napoli, e capitolo inesauribile e intramontabile di un teatro volato oltre i confini del Paese per essere apprezzato a livello internazionale e facendo in qualche modo conoscere anche la cultura e la lingua napoletana. 

Lo stesso Eduardo lo ha fatto tremare nella sua giovinezza, rappresentandogli pubblicamente però sempre grande stima anche di fronte a quei colleghi che lo avrebbero voluto vedere in difficoltà. Poi l'esperienza con il figlio, Luca De Filippo, e quella volta del Don Giovanni, quando iniziò a piangere prima di entrare in scena vedendo il protagonista in difficoltà. Sospinto sul palco, fronteggiò il momento (perché le carriere brillanti sono costellate anche di passaggi stretti ed angusti che spesso non vengono raccontati come invece fatto in questo caso) e "show must go on". In teatro e nella vita. In quella vita che a volte supera la fantasia della narrazione.

Come quella volta che Salemme fu chiamato dalla Polizia perché gli avevano rubato la macchina, una Mercedes. Mentre stava gustando alici fritte, godendo del momento e dicendo proprio che andava tutto bene... Mai dirlo! Anche se lui, da ottimista di natura, continua a volte a ripeterlo... Oggi principalmente regista, attore e scrittore, nel suo essere artista eclettico si è dedicato anche alla musica e, ascoltando le sue parole, si potrebbe dire anche alla poesia, sta continuando il tour con il suo spettacolo "Ogni promessa è debito" (con debutto nazionale da doppio soldout a febbraio al Teatro Mancinelli di Orvieto).

Impegnato nella stesura di un libro sul teatro, c'è ancora qualcosa che gli piacerebbe fare...interpretare Pulcinella, dopo averlo sognato e in qualche modo già accennato nel recitare, tanti e tanti anni fa, la parte del membro virile - "il tronchetto della felicità" - che si staccava dal suo umano, Rocco, per ribellione ("Sogni e bisogni"). Un qualcosa che, guardato dalla giusta prospettiva, si potrebbe vedere come avviato, quasi solo rinviato, e che proprio per questo deve essere compiuto. E perché no? Partendo proprio dalla collina. Da una a lui cara, appunto da San Casciano dei Bagni.

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