Nuove indagini e nuove iniziative per l'area archeologica di Coriglia

L’area archeologica di Coriglia, a Castel Viscardo, entra nel progetto "Tiber Pallia. Immersive Discoveries", finanziato con risorse dell’Area Interna Sud-Ovest Orvietano. Si tratta di un itinerario archeologico che interessa il territorio orvietano e amerino che, oltre a Coriglia, coinvolge anche Orvieto (Necropoli di Crocefisso del Trufo e Campo della Fiera), Montecchio (Necropoli del Vallone San Lorenzo) e Lugnano in Teverina (Poggio Gramignano) dando vita ad un percorso archeologico-culturale immersivo e multimediale che unisce cinque siti etrusco-romani di quattro comuni solcati dai fiumi Paglia e Tevere.
Nei giorni scorsi è stato installato il nuovo pannello interattivo che descrive e guida i visitatori nell’area archeologica di Coriglia attraverso il quale i visitatori potranno scoprire la storia e le meraviglie dei siti con un'esperienza immersiva tra passato e presente. La web app, alla quale si accede con la scansione dei Qr-Code presenti sui pannelli, permette al visitatore una visita virtuale e in realtà aumentata con una ricostruzione degli antichi insediamenti.
Un podcast narrativo in sei episodi sviluppato insieme ai curatori scientifici dei siti culturali approfondisce poi importanti temi inerenti l'archeologia del territorio in lingua italiana, inglese, spagnola e tedesca. Per i giovani visitatori e per le scuole c'è anche un edugame con una caccia al tesoro immersiva alla ricerca di antichi reperti archeologici.
Lunedì 26 maggio, intanto, nel sito di Coriglia ha preso il via la 18esima campagna di indagine archeologica. Lo scavo, svolto su concessione del Ministero della Cultura, è realizzato in collaborazione tra il Comune di Castel Viscardo, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria e i college americani Saint Anselm College e Kansas City Art Institute.
La campagna vede impegnati circa 30 studenti americani, coordinati da un team internazionale di archeologi e docenti, sotto la guida della direttrice scientifica, la professoressa Amanda Chen, e della responsabile dello scavo, la dottoressa Silvia Simonetti. Le attività proseguiranno fino alla fine di giugno, con l’obiettivo di approfondire la conoscenza di una significativa stazione di sosta romana affacciata sulla valle del Paglia, punto di ristoro e fermata strategica lungo le antiche vie consolari.
Un nuovo approccio topografico caratterizza l’edizione di quest’anno: si indaga il contesto ambientale e le vie di comunicazione che permettevano l’accesso all’insediamento, analizzando i diverticoli collegati alla via principale e la loro funzione logistica. Il sito ospitava un grande magazzino per derrate alimentari, impianti termali e spazi per la cura e il ristoro di viaggiatori, animali e carri.
Particolare attenzione è rivolta quest’anno all’indagine delle strade di accesso all’insediamento e alla ricerca della fase più antica del sito, quella etrusca. La parte dello scavo rappresenta una componente fondamentale di un progetto didattico di lunga durata, che dal 2006 coinvolge giovani studenti americani in un’esperienza formativa unica.
Fondamentale per il futuro del sito è l’ottenimento di finanziamenti aggiuntivi, necessari per la valorizzazione di alcune strutture del sito. A tal proposito, il Comune di Castel Viscardo e i partner del progetto confidano nell’attivazione di un bando regionale che permetta di sostenere questa importante iniziativa e di preservare al meglio uno dei cantieri archeologici più interessanti dell’Orvietano.
“Siamo orgogliosi di questa collaborazione internazionale che valorizza il nostro patrimonio storico e culturale – spiega il sindaco di Castel Viscardo, Daniele Longaroni – Coriglia rappresenta una risorsa preziosa per il territorio e un’opportunità per far conoscere la nostra storia al mondo. Continueremo a sostenere con impegno questo progetto, che negli anni ha dimostrato una grande professionalità e ha già raggiunto importanti obiettivi. Ora è fondamentale poter contare su un bando regionale che ci consenta di finanziare la copertura della parte di scavo ancora aperta, per garantire la sua tutela e la prosecuzione delle indagini.”
“Questa campagna – aggiunge la dottoressa Silvia Simonetti, responsabile dello scavo – segna una nuova fase di approfondimento scientifico grazie all’approccio topografico che ci permette di ricostruire non solo l’insediamento, ma il suo ruolo nel sistema viario antico inserendolo in un contesto ambientale che ha fortemente condizionato e favorito le frequentazioni antropiche dell’area. Ogni anno emergono nuovi dati che arricchiscono la conoscenza di Coriglia,e questo avviene grazie al lavoro di squadra tra lo staff americano e quello italiano, alla sinergia tra i vari enti ma soprattutto grazie all’impegno degli studenti che si formano sul campo".

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