cultura

Il cinema d'autore chiama, Orvieto risponde

venerdì 23 maggio 2025
di F.S.

Un giro di messaggi tra amici, un comunicato stampa, la buona volontà di una ristretta cerchia di cittadini e i fratelli Francesco e Paolo Ferretti, proprietari del Cinema Corso, che hanno contattato i distributori Lucky Red e Bim Distribuzione. Sono questi gli elementi che hanno portato oltre cento persone (di cui ottanta hanno pagato e prenotato anticipatamente consapevoli che non ci sarebbe stato rimborso se non fossero potuti andare) giovedì sera al cinema per la visione del film iraniano "Il seme del fico sacro", come preannunciato nei giorni scorsi. 

Un lungometraggio di prestigio, con candidature e premi vinti nei più importanti festival del mondo, fuori dal circuito della grande distribuzione. Un film che è parte di quel Cinema che non vuole portare una denuncia fine a sé stessa, ma che racconta di piccole storie dentro una grande Storia, che prende i personaggi e li trasforma in simboli (su tutti la figlia minore Sana). 

"Il seme del fico sacro" è uno spaccato familiare che si confronta con un contesto molto più ampio. I protagonisti principali sono quattro. Un uomo che è padre, marito, ma anche giudice istruttore. Due studentesse sorelle tra loro e figlie di quel giudice. Una moglie e madre che si trova, suo malgrado, tra marito e figlie, tra legge e ribellione, tra l'umanità e la paura, tra due generazioni. Come cambia l'esistenza di due ragazze nel momento in cui una ventiduenne studentessa, Mahsa Amini, viene arrestata dalla polizia morale per avere mal indossato l'hijab (il velo) e muore dopo pochi giorni di prigionia? Non è la prima volta che accadono fatti simili.

A settembre del 2022 questa morte non passa però inosservata. Scatena un coro di proteste, una crescente ribellione che dura mesi per le vie e le piazze della capitale iraniana. Scendere in piazza oppure no? Seguire la tv di Stato o i video degli studenti che girano clandestinamente sui social? Il regista e sceneggiatore Mohammad Rasoulof racconta la vita dei quattro, all'interno e all'esterno dell'abitazione, la cui convivenza diventa sempre più difficile. La vita familiare e quella di Teheran inevitabilmente si intrecciano. Sempre più, con un crescendo di reciproca diffidenza e tensione. Fino all'epilogo in cui i quattro protagonisti diventano simbolo dell'Iran del governo e di quello delle proteste e della speranza di un domani diverso.

L'idea di alcuni cittadini di portare al cinema questo lungometraggio ha prodotto reazioni molteplici. Tante persone sono nostalgicamente tornate indietro negli anni quando a Orvieto esistevano quattro cinema. Ha portato alla luce la volontà di partecipazione a qualcosa di comune. Ha fatto nascere il desiderio di vedere altri film 'di nicchia'. Agli organizzatori sono arrivati messaggi entusiastici e propositivi di altri eventi simili. 

Molti, orvietani e non, che hanno saputo, hanno letto il comunicato, hanno ricevuto un messaggio, si sono attivati a loro volta per spargere la voce. L'impegnarsi a prenotare con un biglietto non rimborsabile non è stato un limite, ma ha dimostrato l'alto interesse e al tempo stesso la fiducia in chi promuoveva l'iniziativa. 

Un film crea emozioni. E in questa piccola-grande proposta c'è stata un'esplosione di emozioni: da parte di tutti, organizzatori e appassionati di cinema. Le emozioni si sono sparse per Orvieto in modo contagioso Non si è trattato di un evento per ricevere ma per dare. Si è lanciata l'idea di un film ed è stato raccolto un entusiastico 'Sì'.

L'importanza della comunicazione... della divulgazione... è evidente. Dal passaparola al comunicato stampa alla locandina attaccata dove sono "i cartelloni del cinema" accanto a quelle della programmazione settimanale, ogni aspetto è stato voluto, curato e ha portato i suoi frutti. Quando esiste davvero il Noi, quando si lavora PER… se ciascuno ripone e dà fiducia… si può davvero realizzare di tutto.

La squadra vince.  

Così come hanno ricevuto graditissimi complimenti per l'iniziativa, gli organizzatori vogliono con questo comunicato ringraziare per l'entusiasmo e la fiducia riposta in loro. 

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