Fabio Bussotti, Fra' Leone quasi quarant'anni dopo il film "Francesco"

In questa occasione chi scrive non è tanto una giornalista e scrittrice, quanto una persona qualunque che trentasei anni fa è rimasta colpita da un film, dall'affascinante interprete principale (Mickey Rourke) ma anche e soprattutto da uno dei coprotagonisti. Il film è "Francesco", di Liliana Cavani. Il Francesco del titolo è San Francesco, descritto nell'aspetto umano ma anche di Santo. Raccontato nella propria ribellione, ma anche nella Santità. Presentato nel suo essere asceta, e per questo Santo. Uno dei primi seguaci di San Francesco è stato Fra' Leone.
Liliana Cavani ha affidato l'interpretazione di quel ruolo a un giovane attore umbro, Fabio Bussotti. Il "Leone" del film è l'opposto del nome che porta. Dolcissimo. Lo sguardo sereno. La forza della Fede. L'amore puro nei confronti di quel "ricco scavezzacollo figlio di un mercante" che era Francesco. Ne riconosce immediatamente la forza, segue le sue parole, cerca di avere la medesima volontà. Frate Leone è colui che diventa testimone della vita di Francesco scrivendo, su fogli di fortuna, spunti e ricordi toccanti. Ad Assisi così come presso il Santuario della Verna.
Una bellissima figura, Fra' Leone, povera ma non debole; in preghiera ma con legittimi dubbi; che si affida a quell'amico "sconclusionato" che vuol seguire regole così dure per un uomo; che in alcuni momenti, insieme agli altri giovani che come lui hanno deciso di vivere con Francesco, sembra quasi ridiventare bambino per poi tornare a essere pienamente cosciente e felice di quella scelta.
Francesco si rifugia sulle montagne intorno ad Assisi per meditare e pregare chiedendo a Fra' Leone di andare con lui, rendendogli ancor più difficile un'esistenza di privazioni, ma anche infinitamente ricca di gioia e di fede. La dolcezza di Fra' Leone quando osserva l'amico, quando prega, quando dopo la morte di Francesco chiede agli altri fratelli di parlare più lentamente in modo che possa riuscire a scrivere, quando parla con Santa Chiara, quando ride e parla e si commuove, è l'elemento che nel 1989 ha colpito la giornalista.
La sceneggiatura, la maestria di Liliana Cavani, la spontaneità dell'attore hanno creato un Fra' Leone speciale. La giornalista si è portata dentro per tutti questi anni quella sensazione di infinita delicatezza. E ieri sera, a Orvieto, al termine di una gradevolissima commedia noir andata in scena al teatro Mancinelli ('L'Ebreo'), ha avuto la certezza di ciò che ha sempre pensato dell'interprete. Ha avuto la conferma che quella dolcezza è dell'attore prima ancora di Frate Leone.
Avvicinato al termine dello spettacolo, quando gli è stata chiesta la disponibilità per scambiare due parole, Fabio Bussotti ha risposto positivamente. Ai complimenti per la presenza scenica, con tanto di alcuni passi di danza appena esibiti sul palcoscenico, da parte sua sono seguiti un velo di imbarazzo e parole di ringraziamento. E immediata la richiesta di passare al 'tu'. La semplicità e la gentilezza.
Alla domanda se si senta più attore, sceneggiatore o scrittore (suoi i romanzi gialli che raccontano le indagini del commissario Flavio Bertone) si schernisce con un sorriso "Nulla… nulla…" a sottintendere che si sente una persona come tante. Schivo e umile. Come Fra' Leone.
Quando chi scrive ha affermato "Mai nessun Fra' Leone potrà equiparare quello da te interpretato" il sorriso si è allargato ancora di più, gli occhi si sono illuminati per l'apprezzamento e i bellissimi ricordi di quel set. "È stata un'esperienza bellissima. Lavorare con Liliana Cavani, a fianco di Mickey Rourke, interpretare Fra' Leone… indimenticabile. Un film indimenticabile. Oltretutto da umbro (Fabio Bussotti è di Trevi, provincia di Perugia N.d.A.) l'ho vissuto in modo ancor più profondo. Si è creata fin dai primi giorni di riprese un'intesa straordinaria e in molti siamo rimasti in contatto".
Dopo una foto, la giornalista lo lascia andare. Grazie per il commissario Bertone, il protagonista dei gialli a cui ha dato vita come romanziere. Grazie a Marcello, il commesso che prova fino alla fine a mantenersi 'onesto e con dignità', ultima interpretazione teatrale ne "L'Ebreo". Grazie a Fra' Leone, uno de primissimi seguaci di San Francesco a cui ha regalato una dolcezza e una semplicità uniche.

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