cultura

"Una vita sullo schermo", anzi...sul palco. Al Mancinelli il racconto di Ezio Greggio e dell'amore per il suo lavoro

domenica 10 novembre 2024
di Livia Di Schino

"Una vita sullo schermo", anzi... una vita sul palco. Su quello del Teatro Mancinelli di Orvieto. Come nel susseguirsi di singoli frame, sabato 9 novembre, Ezio Greggio si è raccontato al suo pubblico facendo emergere la sua forza, la sua graffiante ironia ma anche il suo sorriso. Tutto per il pubblico e per la vita. Quella nella quale è stato protagonista e soprattutto per quella che riguarderà i suoi progetti futuri. "Tanti" ha sottolineato Greggio ai nostri microfoni al termine dello spettacolo, mentre firmando autografi e concedendosi a selfie si godeva il suo pubblico dalla platea. "Torno a Striscia. Poi c’è il mio Festival, quello che faccio a Monaco, che è arrivato alla 21esima edizione".

In scena è andato uno spaccato della tua vita televisiva e, con esso, della televisione italiana. Com'è cambiato il mondo dello spettacolo?
È cambiato totalmente. Infatti nel mio racconto parlo di come era la tv prima e la tv oggi, gli usi e i costumi che influenzano anche il nostro mestiere, i film, le commedie, la televisione. C’è un cambio continuo e quindi è bello non dimenticarsi di quella semplicità che era quella degli anni '80.

Diversi personaggi in scena, ma già anche nel tuo libro "Presto che è tardi!" (Mondadori, 1995). Oggi chi puoi dire che ti abbia arricchito di più e perché?
Il primo personaggio che devo raccontare è Antonio Ricci. Con lui sono quaranta e rotti anni che lavoriamo insieme: quarantacinque, quarantasei. Ho perso il conto.  Quindi sono sicuramente tanti. Poi Carlo Vanzina nel cinema, con Enrico Vanzina. Sono stati i primi a darmi fiducia: con Yuppies, abbiamo fatto tanti film e serie televisive. E poi in America Mel Brooks. Con lui è diventata una grande amicizia. Ci conosciamo da trent’anni. Con lui due o tre film. Io ho fatto dei camei. Poi un film Svitati – Screw Loose che è uscito con la Columbia in tutto il mondo. Quindi una bella storia anche quella.

In una carriera così lunga e costellata, racconti di tante belle ed entusiasmanti esperienze, ma qualche incontro un po’ meno positivo ci sarà stato…
Quelli che meritano le battute sono quelli di cui parliamo a Striscia. Lo zoo è vasto.

Una domanda che è diventata ormai consuetudine a fine spettacolo. Cos’è per te l’amore?
L’amore è quello che ho cercato di dimostrare questa sera. Non c’è solo l’amore per una donna, per i propri figli. C’è anche l’amore per il proprio lavoro. Alla mia giovane età, a 70 anni, vado in giro per teatri ed è bellissimo incontrare la gente. Vedere che si ricordano le battute. Le storie. Vedi quando ho tirato fuori un Teomondo Scrofalo c’è stata quasi una standing ovation per questo quadro di mer…coledì. L’amore è anche questo.

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