cultura

Armonie suggestive al Ridotto del Mancinelli con Edoardo Siravo e Riccardo Cambri

martedì 17 settembre 2024
di Alberto Romizi

Al Ridotto del Teatro Mancinelli è andato in scena “Armonie delle piccole cose”, evento artistico ideato dal M° Riccardo Cambri e presentato nel calendario del Festival della Piana del Cavaliere che per due settimane ha ospitato spettacoli e manifestazioni culturali di alto profilo nella città del Duomo.

Il noto concertista Riccardo Cambri si è prodotto nell’esecuzione di brani rilevanti del repertorio pianistico, quanto molto difficili tecnicamente ed impegnativi da un punto di vista interpretativo. La Sonata “Pastorale” di Beethoven ha aperto le Armonie, trasportando il pubblico in una dimensione sognante dove il rincorrersi turbinoso delle note, ben scandite e rutilanti, imitava la potente bellezza della natura, seguita da momenti che lasciavano intravedere la pace di prati e boschi e la serenità del cielo.

Un applauso che sembrava infinito ha permesso al pianista di trovare la giusta concentrazione per avvicinarsi al mondo impressionista di Debussy, attraverso due brani fra i più possenti del compositore. Si è così passati dalla quieta contemplazione della natura beethoveniana alla sconvolgente descrizione debussiana contenuta in “Jardins sous la pluie”: pioggia violenta, tuoni e fulmini si abbattevano su di un giardino, quasi a devastarlo, quando poi le mani del pianista facevano tornare luce e cielo terso, che muteranno poi in gioia pura e idealismo surreale nell’ultimo pezzo, “L’isle joyeuse”. Gli spettatori che gremivano il Ridotto sono rimasti così coinvolti dalle suggestioni create da Cambri da tributargli una lunghissima ovazione.

Una simile aurea ha aperto la strada alla performance dell’attore Edoardo Siravo, celebrato protagonista del teatro italiano, che ha interpretato mirabilmente la poesia di Guido Gozzano “La signorina Felicita” - simbolo del Crepuscolarismo - con maestria, esperienza e vibrante partecipazione, descrivendo un’atmosfera e dei personaggi fermi nel tempo e cristallizzati nel loro mondo distopico.

La signorina Felicita poi, nel suo animo ingenuo caratterizzato da piccole cose, è emersa nelle parole dell’attore in maniera così definita da rimanere scolpita nell’immaginario degli ascoltatori: un capolavoro di scrittura, sottolineato da un capolavoro espressivo. “La ginestra” e “L’infinito” di Giacomo Leopardi avrebbero concluso mirabilmente l’evento se il M° Cambri non avesse sorpreso ancora una volta gli spettatori, pregando Siravo di declamare “Il Cantico delle creature” e soffondendo di spiritualità una sala dove l’emozione era palpabile.

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