cultura

In mostra al Musec l'antico anello rinvenuto nell'area archeologica di Coriglia

venerdì 9 agosto 2024
di D.P.

Il prezioso anello digitale in bronzo, appartenuto con ogni probabilità ad un facoltoso abitante della Capitale vissuto nel II secolo d.C., che reca l'iscrizione "Roma" e al centro, tra le due sillabe, l'omonima dea seduta, ritrovato nell'area archeologica di Coriglia insieme ad oltre 350 monete che vanno dal II secolo a.C. alla metà del IV secolo d.C. sarà in esposizione al Museo Etnografico e del Cotto di Castel Viscardo.


L'immobile di Via Cavour appartenente al circuito dell'Ecomuseo del Paesaggio Orvietano, resterà aperto venerdì 9, lunedì 12, mercoledì 14, sabato 17 e sabato 31 agosto, dalle 17 alle 19, consentendo di ammirare il pregevole manufatto, "anulus" – in totale autonomia o approfittando della possibilità di visita guidata alle 17.30 e alle 18 – oltre ad arredi architettonici degli impianti termali quali intonaci dipinti e terrecotte architettoniche, reperti etruschi come una fibula a sanguisuga, una serie di ex voto in terracotta e bronzo, ceramiche in bucchero e numerosi altri materiali recentemente restaurati e tutti provenienti dal sito di Coriglia.


Tutti questi reperti rinvenuti nel corso delle campagne di scavo, oltre ai corredi funerari di due tombe della necropoli etrusca delle Caldane risalenti al VI seolo a.C., già dallo scorso anno hanno dato vita alla mostra "Il volto del passato. Reperti archeologici dal territorio di Castel Viscardo". Allestita al Musec, l'esposizione ha trovato la collaborazione di numerosi enti e istituti di cultura, primi fra tutti il Comune di Castel Viscardo, la Regione Umbria e la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell'Umbria, nell'ambito di un progetto più ampio finanziato con la misura Por Fers 5.2.1, programma quadro Aree Interne Sud Ovest Orvietano, che ha visto la sistemazione in termini di accessibilità e fruibilità dell'area archeologica.


La 17esima campagna di scavi nel sito di Coriglia, condotta questa estate da una ventina di studenti americani sotto la direzione scientifica del professor David George del Saint Anselm College e della professoressa Amanda Chen del Kansas City Art Institute, ed effettuata dal Comune di Castel Viscardo in concessione ministeriale, con la supervisione della Soprintendenza e in collaborazione con il Parco Archeologico Ambientale dell'Orvietano, ha portato in luce un nuovo ambiente, situato su un terrazzamento con vista sulla Valle del Paglia, a circa 600 metri dall’attuale corso del fiume.


Si tratta di una mansio romana al centro di un'importante viabilità terrestre, rappresentata dalla Via Cassia e dalla Via Traiana Nova, e fluviale rappresentata dal Paglia. Una stazione di sosta per viaggiatori dell’impero romano attestata anche nella Tabula Peutingeriana, una pergamena-itinerario, copia del XIII secolo di una carta delle principali infrastrutture viarie della tarda romanità. "Un'ampia area di accoglienza e ristoro per chi viaggiava con incarichi ufficiali e di ricovero per mezzi e animali – spiega l'archeologa Silvia Simonetti, field director degli scavi che vanno avanti ormai regolarmente dal 2006 dopo le prime indagini degli anni '90 – dotata di vasche con acque sulfuree, impianti termali, magazzini ipogei e strade di accesso all’insediamento".


Quello che da un quadro iniziale sembrava essere un insediamento di età romana legato alla presenza dell’acqua termale si sta rivelando qualcosa di molto più complesso e interessante, legato alle vie di comunicazione presenti in zona – in località Tivertino si conservano ancora le fondamenta di un ponte della Traiana Nova – con una continuità di vita che va dalla fine dell'VIII secolo a.C. fino al XIV secolo d.C.

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