Al Liceo Gualterio le ragioni di Galileo: dialogo con il professor Davide Orsini su epistemologia e società

"Oltre il metodo: il rapporto fra scienza, tecnologia e società attraverso la storia". Questo il titolo di un interessante seminario che si è svolto lunedì 20 maggio nell'Aula Magna del Liceo Gualterio. L’iniziativa, che rientra nel progetto "Lezioni di futuro" organizzato dal laboratorio storico filosofico dell’Istituto ha visto la partecipazione, come relatore, del professor Davide Orsini, ex studente del Liceo Classico ed oggi antropologo e storico della scienza e della tecnologia impegnato, con la sua attività di ricerca, presso il Rachel Carson Center della Università di Monaco, dopo una esperienza di insegnamento presso la Mississipi State University.
Obiettivo dell’incontro: favorire e promuovere un dibattito sulleinevitabili implicazioni della scienza e della tecnologia nella società attraverso l’esame dei processi conoscitivi e delle pratiche delle comunità scientifiche. Ad aprire i lavori la professoressa Chiara Scurti, responsabile dell’attività giunta al suo secondo anno grazie alla disponibilità di importanti relatori nei diversi ambiti. Dopo la sezione dedicata infatti ad AI e smart home gli studenti hanno potuto confrontarsi e ragionare sul significato del “metodo scientifico” e sulla nascita ed il declino dei paradigmi scientifici in diversi contesti storici,e sull’immagine tradizionale della scienza quale conoscenza certa e oggettiva piuttosto che congetturale e fallibile.
Il professor Orsini, con stile diretto e linguaggio accessibile, ha guidato i giovani liceali in una riflessione aperta dove i ragazzi e le ragazze hanno potuto interrogarsi ed interrogarlo. Ne è nato un dialogo a più voci che, partendo da un improbabile confronto tra Gramsci e la sua critica allo stereotipo della scienza posta, in qualche modo, su un piedistallo e Karl Popper con le sue obiezioni al metodo induttivo a vantaggio del falsificazionismo, è arrivato a toccare il temadelle regole etiche della scienza moderna, del suo carattere intersoggettivo, della provvisorietà della genesi e dello sviluppo di un fatto scientifico.
Da qui una riflessione provocatoria sul rapporto tra scienza e società: fino a che punto lo scienziato è chiuso nel suo laboratorio? Attraverso una ricostruzione di fatti storici, come il Manhattan Project, il relatore, che con garbo e profonda competenza, non si è sottratto a nessuna delle domande dei suoi giovani interlocutori,ha aiutato gli studenti ad interrogarsi su come una questione scientifica sia inevitabilmente anche sociale, politica, ed economica e debba quindi, sempre, aprire un dibattito. Del resto lo aveva scritto anche Platone nel Teeteto: “È proprio questo ciò che mi fa problema, e che non riesco da me stesso a comprendere a sufficienza: che cosa è mai scienza?”.

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