Omaggio a Immanuel Kant, che da 300 anni è tra noi
Trecento anni fa, il 22 aprile 1724, nasceva Immanuel Kant, il filosofo che più di ogni altro ha influenzato il pensiero contemporaneo, cosicché oggi possiamo dire, come ha scritto Sebastiano Maffettone, che «le sue idee e le sue teorie sono parte integrante del nostro patrimonio intellettuale».
È Kant stesso a dirci di che cosa si è occupato nella sua vita interamente dedicata alla filosofia: «Ogni interesse della mia ragione (così lo speculativo, come il pratico) si concentra nelle tre domande seguenti: Che cosa posso sapere?; Che cosa devo fare?; Che cosa posso sperare?». Sono le nostre stesse domande. Ad esse sono dedicate le tre grandi opere del suo “criticismo” (Critica della ragion pura, Critica della ragion pratica, Critica del Giudizio), un monumento del pensiero occidentale.
Un genio del pensiero. Per comprenderne la portata basta ricordare alcune delle sue più celebri affermazioni:
«Due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto più spesso e più a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me».
«Agisci in modo da considerare l'umanità, sia nella tua persona, sia nella persona di ogni altro, sempre anche al tempo stesso come scopo e mai come semplice mezzo».
«L'illuminismo è l'uscita dell'uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a sé stesso…. Sápere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! Questo dunque è il motto dell'illuminismo».
Come ha scritto ancora Sebastiano Maffettone, il concetto che può farci da guida per capire la profondità della filosofia kantiana e la ragione della sua presenza come tratto essenziale del pensiero occidentale è quello di autonomia, che riguarda sia l’aspetto teoretico che quello della morale ed «è il vero faro che illumina il percorso della modernità».
Come ha scritto a sua volta la filosofa statunitense Susan Neiman, «la sua grande scoperta è la distinzione tra il mondo come è e il mondo come dovrebbe essere». Siamo esseri dotati di libertà e perciò responsabili delle nostre azioni. Possiamo cambiare il mondo, pur essendo e necessariamente restando un «legno storto».
Io aggiungerei che senza l’uso critico della ragione, fondamento della sua filosofia, non potremo né esercitare né difendere la democrazia. Anche quando siamo delusi, possiamo sempre agire «come se …» e avvicinarci alla mèta.
A questi temi e ad altri del pensiero di Immanuel Kant abbiamo dedicato la “Decade kantiana”, in analogia con la “Kant decade” tedesca, il programma di riflessioni annuali dirette agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado che quest’anno, all’inizio di dicembre, giunge appunto al decimo e ultimo anno.