cultura

Danza al Morlacchi, la compagnia spagnola Kor'sia in scena con lo spettacolo "Igra"

lunedì 4 marzo 2024

Dopo Madrid, Parigi, Tel Aviv e Berlino, la compagnia spagnola Kor’sia, tra le più riconosciute della scena internazionale, porta in scena a Perugia uno spettacolo dal grande impatto visivo ambientato in un campo da tennis: Igra, al Teatro Morlacchi sabato 9 marzo alle 18 e domenica 10 marzo alle 17. La direzione e la coreografia sono di Mattia Russo e Antonio De Rosa, l'interpretazione di Edoardo Brovardi, Benoît Couchot, Angela Demattè, Antonio de Rosa, Helena Olmedo Duynslaeger, Giulia Russo e Alberto Terribile.

Una nuova creazione, una pièce coreutica pensata come scrittura coreografica in dialogo tra presente e passato. Le origini di Igra risalgono a Jeux / Nijinsky, un lavoro precedentemente creato da Mattia Russo e Antonio de Rosa. Si trattava di una breve coreografia incentrata sul processo creativo dell’opera di Nijinsky. Il soggetto era articolato e da quel primo processo è rimasto il desiderio di continuare ad esplorare tali idee. Igra suppone questa esplorazione, in cui non c'è quasi più nessuna traccia del suo predecessore. Come in tutti i lavori di Russo e De Rosa, la potenza visiva gioca un ruolo decisivo in Igra, che pur non essendo un docu-drama danzato su quell'epoca e quelle opere, è pieno di riferimenti che appaiono in modo sottile e intermittente.

La musica elettronica è vicina ai ritmi delle danze russe, l'inserimento di Chopin, compositore polacco, sembra voler ricordare che sebbene Nijinsky fosse nato a Kiev e sua sorella Nijinska a Minsk, la sua famiglia era polacca e lo stesso coreografo non si considerava russo. Molte le metafore presenti. Jeux stava giocando una partita di tennis, ma il gioco di cui vuole parlare è la seduzione. Igra, pertanto, non riproduce o ricrea, ma gli spiriti dei famosi fratelli vi abitano (forse felicemente).

“Con Kor'sia abbiamo già intrapreso la strada della rivisitazione dei classici attraverso varie creazioni, quali Somiglianza, che ha rivisitato L'après-midi d'un faune, o Giselle, con la particolarità di prendere pezzi del passato, di collegarli e ricollocarli. – spiegano i coreografi Mattia Russo e Antonio De Rosa – Attualmente, stiamo cercando di proporre un immaginario possibile che si concentra perfettamente su un'idea del filosofo Paul Valery che ci piace ripetere a noi stessi costantemente: Non esistono poesie finite, esistono solo poesie abbandonate. Il nostro interesse e la nostra fascinazione per i pezzi del passato derivano dall’idea che l'umanità agisca come un sistema che non solo condivide un immaginario collettivo, ma anche una serie di discorsi o narrazioni che a nostro avviso ci modellano come comunità e come umanità.

In quegli spettacoli che vengono definiti accademici o di repertorio, e che possono venire trasmessi e conservati nel tempo, possiamo trovare risposte o modi di vivere, ma anche insegnamenti ed allegorie dei nostri problemi attuali. Così, durante questo periodo di indagine, abbiamo cercato nell'archivio che configura la danza, quelle "poesie abbandonate", cercando di salvarle e includerle nella danza contemporanea. D'altra parte, il concetto di archivio che viene proposto in questi brani si basa sulla concezione che André Lepecki propone, ossia il concetto di "desiderio di archivio", ove la danza "passata" viene ripresa come elemento del presente: Quello che suggerisco è che l'attuale desiderio di archiviazione nella danza, realizzato attraverso le rievocazioni, non deriva esclusivamente da "un fallimento della memoria culturale" o da una "lente nostalgica". Propongo il "desiderio di archiviare" come riferimento alla capacità di identificare in un lavoro passato campi creativi non ancora esauriti di "possibilità" (2012).”

Per il collettivo Kor’sia, le arti e specificamente le arti del movimento, per quanto di loro competenza, sono le uniche rappresentazioni che riescono a trasmettere il mondo umano, tutto ciò che è stato creato dalle nostre società: tradizione, società, cultura, in un modo che nessun'altra abilità cognitiva raggiunge. Sopravvivono nel tempo al di là delle società che le hanno prodotte e riescono a trascendere ciò che chiamiamo idee, fornendo agli individui l'accesso alle loro vie più intime e spirituali. Pertanto, l'obiettivo di questo giovane gruppo si basa sulla creazione di dispositivi artistici il cui epicentro si trova nel corpo e che proponga una riflessione sulla possibile gestazione di spazi individuali e collettivi, che possono fornire un nuovo accesso ai modi di essere e di stare nel mondo attraverso le arti viventi. Attualmente Mattia Russo e Antonio de Rosa, registi e coreografi del progetto, insieme al ricercatore e cofondatore di arti viventi Giuseppe Dagostino e ad Agnès López-Río, docente di arti performative e consulente artistico, sono i principali artefici del collettivo Kor’sia.

Per "Mentre i grandi sono a teatro", sabato 9 marzo alle 18 al Centro Studi Sergio Ragni, l'appuntamento con il progetto curato da Cooperativa Densa. che prevede laboratori creativi e suggestivi per bambini e bambine come offerta aggiuntiva rivolta a genitori interessati a seguire la Stagione. Per ulteriori informaziono e prenotazioni: promozione@teatrostabile.umbria.it.

È possibile prenotare al Botteghino Telefonico Regionale del Teatro Stabile dell’Umbria (075.57542222), dal lunedì al sabato dalle 17 alle 20. La prevendita dei biglietti a Perugia viene effettuata presso il Botteghino del Teatro Morlacchi, (075.5722555), dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13.30, il sabato dalle 17 alle 20.