cultura

In mostra nella Chiesa dei Santi Apostoli la personale "Finis" di Fabio Weik

martedì 12 settembre 2023
di D.P.

Un dialogo con l'architettura di una location d'eccezione come la Chiesa dei Santi Apostoli Filippo e Giacomo di Orvieto, attraverso opere immersive che stimolano il visitatore a livello multisensoriale coinvolgendolo visivamente, sonoramente ed emotivamente nella storia di Balla Coulibaly, giovane profugo della Repubblica del Mali, ispirazione e soggetto dell’opera. Porta la firma di Fabio Weik e trova forma in Via Lattanzi da domenica 17 a domenica 24 settembre – visibile dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16 alle 19 – in concomitanza con la sesta edizione di "Orvieto Cinema Fest".

Dopo aver presentato la serie "-Balla!-", la prima volta negli spazi dell’ex Scalo Ferroviario di Porta Genova e successivamente nella Chiesa di San Bartolo, sull'Isola di Stromboli, vincendo un premio menzione d’onore della Regione Sicilia, l'artista milanese, classe 1984, ha accettato l'invito del primo festival internazionale di cortometraggi interamente Made in Umbria con la personale "Finis" scegliendo di portare in mostra sulla Rupe un percorso espositivo che racchiude l’installazione site-specific "Attraverso Balla" e sette opere, alcune inedite, della serie "Ermeneutica Chapter I".

La prima, costruita tramite l'utilizzo di 147 coperte isotermiche come il numero delle vittime dell'ennesimo recente naufragio, si snoderà lungo tutta la navata centrale. Entrando dal portone principale, un ledwall della misura di 3 metri per 2 posto frontalmente nella zona dell’altare mostrerà il protagonista dell’opera che affannosamente soffia via la massa dorata verso il sagrato della chiesa. In sottofondo, la base musicale che altro non è se non una campionatura del suono delle onde e del rumore del motoscafo che sfida le acque della notte, trasformati in traccia sonora.

Contrastando il luogo in cui l’opera è esposta, quest'ultima contribuisce a trascinare lo spettatore in un viaggio emotivo che sconvolge i sensi e invita necessariamente ad una riflessione introspettiva. Una sintesi perfetta di sonorità e immagini che oltrepassano i confini dell’arte e si mescolano a tematiche sociali che, ogni giorno, invadono case ed animi quali il tema – tutt’oggi drammaticamente attuale – dei profughi. Nelle due navate laterali, invece, tele di diverse dimensioni che appartengono al primo capitolo di un lavoro iniziato dall’artista nel 2016.

Che, in maniera trasversale, fa riferimento ad antichi cartigli ed immagini della contemporaneità mettendo ancora più in risalto la situazione dei profughi. Per la prima volta in mostra, vengono presentati pezzi inediti della serie pensati e realizzati in occasione di un'edizione del festival che ruota proprio intorno al tema dei confini. L’estetica spesso molto forte dei disegni antichi risalta sulla base dorata delle coperte creando un’ulteriore dualismo che porta ad aprire nuove riflessioni su questioni delicate che l’uomo spesso deve affrontare.

L’intera installazione ha l’intento di giocare con il pubblico, che si ritrova in un ambiente surreale e metafisico immerso tra sonorità techno che richiamano lo scenario di un party underground, e opere che richiamano l’antica Grecia. La mostra, fruibile gratuitamente, è realizzata grazie alla disponibilità dell'Opera del Duomo con il patrocinio del Comune di Orvieto. Il vernissage si terrà domenica 17 settembre alle  17 alla presenza dell’artista e della curatrice, Alice Lazzaroni.

Per ulteriori informazioni:
info@fabioweik.com